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Cronaca Terrasini

A tre anni dall'omicidio di Paolo La Rosa una messa e una fiaccolata per ricordarlo

Le manifestazioni si terranno lunedì 27 a Terrasini. Il ragazzo venne ammazzato dopo una lite in discoteca nel 2020. La lettera dello zio per ricordarlo

A tre anni dal brutale omicidio del giovane Paolo La Rosa, assassinato la notte del 24 febbraio 2020 dopo una rissa davanti a una discoteca, la famiglia e il paese di Terrasini lo ricordano con una messa e una fiaccolata. Un modo per condannare la violenza, ma anche per non fare spegnere i riflettori su una vicenda giudiziaria ancora in corso. L'iniziativa si svolgerà lunedì 27: alle 17.30 si terrà la cerimonia religiosa nel Duomo di Terrasini e poi partirà il corteo in piazzetta Titi Consiglio, dove si trova anche una scultura in memoria del ragazzo.

L'omicidio di Paolo La Rosa: condannato a 16 anni il presunto killer

In vista dell'anniversario, lo zio della vittima, Francesco La Rosa, ha voluto scrivere una riflessione: "Tre anni. Tre lunghissimi anni, inesorabili e lenti. Scanditi dalla mancanza e da un dolore mostruoso perfino per essere raccontato. Tre anni da un maledettissimo 24 febbraio 2020 che ha segnato irreversibilmente una famiglia e una comunità intera. Tre anni da un gesto vigliacco e barbaro, inaccettabile e indifendibile. Un gesto che ha strappato via una giovane vita e deformato per sempre il mondo, di chi, quella vita, l'aveva messa al mondo, la proteggeva, la stava crescendo. Non esistono parole in grado di descrivere il buio che si è creato tutto intorno ad ogni piccolo passo che, con fatica, la famiglia di Paolo La Rosa, sta cercando di compiere, ogni giorno, nella direzione del recupero, del bene, della giustizia, dimostrando un immenso coraggio che dovrebbe trovare risposta piena nelle autorità. Quella attesa da questa famiglia, con grandissima dignità, è una giustizia vera".

Venti secondi per ammazzare Paolo

E prosegue: "Una giustizia che di certo non potrà riportare tra le loro braccia il ragazzo, ma che può ancora evitare che anche loro vengano uccisi dentro, lentamente, da tempi troppo dilatati, da pene incerte con il retrogusto tossico del troppo 'poco' del 'non abbastanza' che, ad oggi, avvelena le loro vite. Non è solo una questione di pace per i suoi familiari, qui sono in gioco il valore della civiltà e della vita umana, questo riguarda tutti! Paolo era un ragazzo di vent'anni. Poteva essere il figlio di chiunque, non dimentichiamolo mai. Non è ammissibile che a tre anni dall'omicidio, questa famiglia, impegnata a dare comunque esempio di impegno e responsabilità sociale, debba patire in questo modo, quando invece crede e investe nella giustizia, chiedendo soltanto che chi si sta occupando del caso, li aiuti a dimostrare, soprattutto ai giovani, che un omicidio non può avere alcun attenuante, nessuno sconto".

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