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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Cinisi

L'omicidio a Terrasini, nasce il comitato amici di Paolo: "Saremo parte civile al processo"

L'idea è venuta a un 35enne terrasinese laureato in giurisprudenza, Gaspare Sassano, che ha redatto il manifesto: "Ho già raccolto cento firme. Domattina depositiamo la nomina delle persone offese dal reato, più l'elenco dei soggetti che vogliono farsi sentire dal pm"

Partecipare al processo come persone offese, costituirsi parte civile, e contribuire con gli inquirenti ad accertare la responsabilità penale dei soggetti coinvolti. E' questo l'obiettivo del nascente comitato "Amici di Paolo" che porta il nome del giovane ucciso a coltellate vicino al Millennium a Terrasini la notte tra domenica e lunedì scorsi. L'idea è venuta a uno di loro, Gaspare Sassano, laureato in giurisprudenza che si sta abilitando come avvocato, che ha redatto il manifesto: "In tanti già ieri - racconta a PalermoToday - mi hanno manifestato la volontà di aderire. Ho raccolto le prime cento firme e conto di raccoglierne almeno altre cento oggi. Nel momento in cui - continua - non dovessero presentarsi testimoni al processo persone informate sui fatti, noi glieli forniremo. Daremo voce a chi non è stato chiamato, sentito. Molti sottoscrittori sono stati testimoni oculari quindi potranno dare un importante contributo. A seguirci sarà lo studio dell'avvocato Paolo Grillo. Domattina - conclude - depositeremo la nomina delle persone offese dal reato, più l'elenco dei soggetti che vogliono farsi sentire dal pm".

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Il testo integrale del manifesto

Noi sottoscritti giovani di Cinisi e Terrasini,
abbiamo assistito con sgomento al barbaro assassinio del nostro coetaneo ed amico Paolo La Rosa amato e ben voluto da tutti noi. La notte del 24 febbraio è stato vigliaccamente accerchiato e aggredito da un gruppo di nostri coetanei che lo ha accoltellato più volte con la chiara e deliberata intenzione di ucciderlo. Alcuni di noi, increduli, come nel peggiore copione di un film lo hanno visto trascinarsi morente e a nulla sono valsi i soccorsi.

Tutti coloro che lo hanno visto in quelle condizioni si sono immediatamente resi conto della gravità delle ferite che gli erano state inferte dagli assassini. Usiamo la parola assassini al plurale perché, nonostante soltanto la mano di uno abbia impugnato il coltello, attorno a Paolo c’era un vero e proprio gruppo di persone inferocite, fuori di sé, tutte impegnate a togliergli la vita.

Coloro che hanno partecipato a questo assurdo gesto hanno dimostrato di condividere il medesimodisprezzo per la vita umana: non uno ma più fendenti hanno trafitto il corpo del nostro caro amico Paolo; non è possibile credere che chi lo stava colpendo non si stesse rendendo conto delle conseguenze del proprio gesto. Quella doveva essere una serata di spensierato divertimento, una pausa dal lavoro e dalle fatiche settimanali che noi giovani affrontiamo con senso di responsabilità. Ed invece, si è trasformata in un’orrenda tragedia che ci ha tolto la voglia di sorridere. Vogliamo adesso riflettere tutti insieme, ciascuno a proprio modo e secondo le proprie convinzioni laiche o religiose: questo gesto così crudele ed insensato esprime la più assoluta mancanza di
considerazione per il valore della vita propria ed altrui.

Chi era presente a quell’aggressione ha dimostrato di non avere riflettuto nemmeno per un istante sul fatto che Paolo La Rosa desiderava vivere e, con la giovane età che ci accomuna, costruirsi un futuro. Sarebbe diventato marito e padre? Avrebbe avuto una sua famiglia? Fra qualche anno avrebbe ricordato con noi i momenti spensierati della gioventù? Tutte queste domande non avranno mai una risposta grazie al vile gesto di qualche vigliacco sconsiderato. Quello che è certo è che gli assassini di Paolo La Rosa non hanno accoltellato soltanto lui ma tutti noi, aprendo nelle nostre piccole comunità cittadine una ferita destinata a non rimarginarsi mai. Episodi del genere non meritano molte parole né devono ispirare sentimenti di vendetta: in questo momento così tragico desideriamo tutti esprimere ancora una volta il nostro cordoglio e pensiamo sia giusto fare fronte comune affinché la violenza sia confinata fuori dal perimetro delle nostre comunità.
 

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