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Cronaca

Uccise il socio a coltellate, chiesti 30 anni di carcere per killer palermitano

Il pm contestando l'aggravante della crudeltà per Giovanni Riggio, il palermitano reo confesso dell'omicidio di Giuseppe Mattina. Il meccanico fu ferito a morte ad Agrigento il 5 maggio dello scorso anno

Il pm Simona Faga ha chiesto 30 anni di reclusione, contestando l'aggravante della crudeltà, per Giovanni Riggio: il palermitano ventinovenne reo confesso dell'omicidio del meccanico agrigentino Giuseppe Mattina. Il delitto avvenne a maggio dello scorso anno in un capannone nella zona industriale di Agrigento.

Il pubblico ministero non ha contestato l'aggravante della premeditazione, invocata invece dall'avvocato di parte civile: il legale Salvatore Cusumano. La richiesta si basava sul fatto che Riggio avrebbe acquistato, qualche giorno prima, quella che è stata l'arma del delitto: un coltello da cucina di 22 centimetri. Avrebbe inoltre pianificato - dettaglio che sarebbe emerso dalle intercettazioni fatte in carcere - il trasferimento della famiglia da Favara a Palermo. 

Due, secondo il legale di parte civile, i moventi che hanno armato la mano del palermitano: motivi lavorativi visto che "Riggio ha venduto autovetture - ha spiegato il legale - all'insaputa di Mattina" e motivi di gelosia. 

Durante l'udienza, l'imputato - che aveva già scelto il rito abbreviato - ha reso dichiarazioni spontanee, ha chiesto scusa alla famiglia di Giuseppe Mattina e s'è "giustificato" parlando di legittima difesa. Legittima difesa che per la parte civile non può rappresentarsi visto che l'imputato "ha sferrato 27 coltellate che hanno toccato più parti vitali ed ha cercato di strangolare - spiega l'avvocato Cusumano - Mattina mentre era riverso sul pavimento in una pozza di sangue".  Si torna in aula il 14 giugno. 
 

(Fonte Agrigentonotizie.it)

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