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Cronaca Falsomiele / Via Falsomiele

Guanti e macchie di sangue: nuove tracce per il delitto di via Falsomiele

Proseguono le indagini per il duplice omicidio di Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela. Gli investigatori restano convinti che a sparare siano stati i coniugi Gregoli, fermati poche ore dopo l'agguato. Oscuro il movente

Proseguono le indagini per il duplice omicidio di Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela, freddati in via Falsomiele lo scorso 3 marzo. I tecnici della scientifica stanno passando al setaccio le prove raccolte e l'attenzione si focalizza in particolar modo sulle armi che erano in casa dei coniugi Carlo Gregoli e Adele Velardo, unici indagati per l'omicidio. Armi, ma non solo. Nella loro auto sono stati ritrovati anche un paio di guanti e delle tracce di sangue. (LE IMMAGINI DAL LUOGO DELL'AGGUATO/VIDEO).

I controlli saranno eseguiti nel Gabinetto della Scientifica nel commissariato San Lorenzo e l'avvocato Aldo Caruso, che difendela coppia, ha nominato come consulenti tecnici Francesco Matranga, ex funzionario della polizia scientifica e la criminologa Anna Rita Costantino. Marito e moglie si sono sempre dichiarati innocenti. Anche la scoperta del sangue in auto, Gregoli si è giustificato dicendo di praticare la caccia ai cinghiali. Hanno anche dato una motivazione per ogni spostamento compiuto quella mattina.

Duplice omicidio a Falsomiele - foto Campolo

A oggi il delitto resta senza movente. All'inizio si era pensato alla pista mafiosa sia per la modalità dell'omicidio sia per la parentela di Bontà con lo storico capomafia di Villagrazia Giovanni Bontate (era sposato con una delle tre figlie di Giovanni Bontate, fratello di Stefano, detto il principe di Villagrazia, tra i perdenti della guerra coi corleonesi di Totò Riina). Ma con il passare delle ore si sono fatte largo altre ipotesi fino alla svolta, con il fermo dei coniugi Gregoli. Tra le piste seguite c'è quella della lite scaturita perché Bontà avrebbe scoperto che Gregoli si era allacciato abusivamente alla sua utenza idrica. I controlli effettuati dai tecnici dell'Amap hanno però smentito l'allaccio illegale.

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