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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Cruillas / Via Luigi Vanvitelli

Delitto di Cruillas, il gip: "L'assassino covava da mesi il desiderio di uccidere la moglie"

Dall'ordinanza che ha imposto il carcere a Salvatore Baglione, reo confesso dell'omicidio di Piera Napoli, emergono tanti retroscena e la testimonianza di diversi conoscenti. Per il giudice l'uomo considerava la vittima "una sua proprietà" e ha vissuto la sua presunta infedeltà come "un'insubordinazione da punire"

Altro che raptus: Salvatore Baglione, l'uomo che domenica mattina ha confessato di aver ucciso la moglie, Piera Napoli, per il gip Ermelinda Marfia avrebbe covato e alimentato l'intenzione di ammazzare la donna - "considerata come di propria appartenenza" e "insubordinata" perché lo avrebbe tradito - da almeno quattro mesi e avrebbe aspettato solo "l'occasione propizia" per portare a termine il suo progetto di morte. "Gli iniziali sospetti" della relazione extraconiugale "lo avevano indotto all'aggressività - scrive il giudice - alle minacce di morte ai danni della moglie, a comportamenti ossessivi volti a controllare la donna sino a quando, la notte prima dell'omicidio, l'uomo aveva visto la moglie mandare dei messaggi. La conferma della relazione extraconiugale da parte della vittima", domenica mattina "si ritiene, abbia determinato l'uomo a porre in essere una condotta già programmata". E "del resto, non era la prima volta che Baglione prendeva tra le mani un coltello (si era già inferto una lesione all'addome), questa volta tuttavia l'arma era rivolta ed utilizzata contro la moglie". 

"Una moglie senza 'rispetto' che è stata punita"

Piera Napoli per il gip, che parafrasa l'ultimo post su Facebook dell'indagato ("il rispetto, gran bella cosa... peccato che non tutti ne conoscano il significato") è "la moglie che non aveva portato 'rispetto' ed era stata punita". Secondo i carabinieri, peraltro, il meme con la foto di Robert De Niro, condiviso dalla pagine dal nome che è tutto un programma, "Dna criminale", sarebbe stato pubblicato dopo le 10, "presumibilmente in orario successivo all'evento delittuoso". Baglione viene descritto come "ossessionato" e incapace "di rassegnarsi alla fine della relazione" con la donna che gli aveva dato tre figli, ora affidati ai nonni.

"Un uomo dall'indole violenta"

Il giudice ieri ha convalidato il fermo, ritenendo sussistente il pericolo di fuga - nonostante Baglione si sia presentato con una valigia alla stazione Uditore dei carabinieri ed abbia confessato l'omicidio - e stamattina ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare con la quale impone il carcere all'indagato. Ritiene sussitenti, proprio come contestato dal procuratore aggiunto Laura Vaccaro e dal sostituto Federica Paiola, la premeditazione del delitto e le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi e rimarca "l'indole violenta dell'uomo" che ha manifestato "una personalità negativa". Dal provvedimento emergono altri retroscena dell'omicidio avvenuto nella casa di via Vanvitelli, a Cruillas, dove l'indagato ha fatto ritrovare il cadavere della moglie sotto una coperta, come per esempio che si è ferito lui stesso alle mani mentre la accoltellava (gli sono stati anche applicati dei punti), ma anche che già da qualche tempo avrebbe minacciato Piera Napoli, arrivando ad infilarsi un coltello in pancia per "dimostrarle che la voleva tanto".

Dai carabinieri con i vestiti sporchi di sangue

Il gip ripercorre prima di tutto gli elementi acquisiti dai militari della stazione Uditore e da quelli della Compagnia San Lorenzo che conducono le indagini sul caso. Baglione si era presentato dai primi domenica mattina e "al citofono riferiva che doveva 'fare una denuncia perché ho ucciso mia moglie'". Con sé aveva un "trolley di grandi dimensioni" e "indossava un jeans e una maglietta visibilemente insanguinati con al di sopra una felpa nera apparentemente pulita". Aveva poi spiegato al militare di servizio che il cadavere della moglie era in casa, precisamente nel bagno. 

Il ritrovamento del cadavere nel bagno

Alle 13 di domenica i carabinieri erano entrati nell'abitazione di via Vanvitelli e "percorsi pochi metri, aprivano la porta del bagno rinvenendo in fondo al vano, tra i sanitari e la finestra, sotto una coperta, il corpo esanime di Piera Napoli, che presentava il collo e il viso completamente insanguinati con dei tagli ben visibili". Contemporaneamente erano stati sentiti sia dei vicini che il presunto amante della vittima.

I testimoni: "Lui si era infilato un coltello in pancia"

Una vicina ha riferito ai carabinieri che la vittima le avrebbe detto: "Questo a me mi viene ad ammazzare", specificando "perché Salvatore (Baglione, ndr) gli aveva detto questa minaccia". Il giudice rileva anche che l'indagato "non avesse timore di affrontare le conseguenze delle sue azioni ('non ho paura della galera')". Un altro conoscente di Piera Napoli ha poi riferito che "aveva paura" del marito, che potesse "fare qualcosa di pericoloso... circa un mese fa aveva chiamato la polizia per farlo allontanare da casa". La sorella della cantante neomelodica ha invece dichiarato che "a mia sorella era venuta paura del marito Salvatore perché lui era ossessionato da lei, perché la seguiva e poi perché qualche mese fa mi ha chiamato un giorno piangendo e dicendomi che Salvatore si era infilato un coltello nella pancia, sicuramente per gelosia, per dimostrare a mia sorella che la voleva tanto".

"Voleva ucciderla da tempo"

"Deve ritenersi - scrive il gip - che Baglione volesse effettivamente la morte della moglie, stante che nei di lei confronti venivano inflitti numerosi fendenti mortali in parti vitali" e "si ritiene che il proposito delittuoso fosse maturato già da tempo, allorché l'uomo iniziava a maturare il sospetto che la moglie avesse intrapreso una relazione extraconiugale. Tanto emerge dai timori già manifestati dalla vittima a più soggetti escussi a sommarie informazioni".

"Quella mattina lei ha ammesso il tradimento"

Nell'ordinanza si legge anche che "l'indagato non si rassegnava alla fine della relazione e tormentato dalla gelosia, negli ultimi quattro mesi, come riferito da lui stesso, dapprima aveva affrontato delle discussioni, solo verbali, con la moglie (che ultimamente lo voleva mandare via da casa); aveva pure parlato con i famigliari della vittima e il presunto amante. L'indagato - dice il giudice - aveva il sospetto che la moglie, ormai distaccata, lo tradisse da circa quattro mesi e aveva dei sospetti" su un uomo in particolare. "Sennonché, a seguito dell'ennesimo segno raccolto circa l'infedeltà (la notte prima dei fatti l'aveva vista mandare dei messaggi telefonici) aveva avuto, domenica mattina, l'ennesima discussione con Piera Napoli e durante l'udienza l'indagato ha riferito che quella mattina, per la prima volta, la moglie ammetteva di avere una relazione extraconiugale. I sospetti dell'uomo avevano trovato conferma nella confessione della donna. L'indagato, quindi, mentre la donna si trovava nel bagno, seduta sul water, la aggrediva mortalmente più volte".

Comportamenti ossessivi, minacce di morte e "l'occasione propizia"

Per il gip, inoltre, sarebbe evidente la premeditazione del delitto: "Va osservato che, nel quadro complessivo della macchinazione del delitto, l'insorgenza del proposito criminoso si ritiene vada collocato temporalmente al momento in cui l'uomo aveva iniziato a covare il dubbio circa la relazione extraconiugale (quattro mesi circa). Gli iniziali sospetti lo avevano indotto all'aggressività, alle minacce di morte ai danni della moglie, a comportamenti ossessivi volti a controllare la donna sino a quando, la notte prima dell'omicidio, l'uomo aveva visto la moglie mandare dei messaggi. La conferma della relazione extraconiugale da parte della vittima, si ritiene, abbia determinato l'uomo a porre in essere una condotta già programmata". Secondo il giudice, Baglione avrebbe solo aspettato "l'occasione propizia per agire (l'assenza dei figli minori in casa ed uno solo all'interno ma intento a dormire)".

"Considerava la vittima come di sua appartenenza"

Nessun dubbio, inoltre, per il gip sull'aggravante della crudeltà, sia per il numero di coltellate inferte alla vittima, che per la loro violenza (Baglione si è ferito a sua volta durante l'accoltellamento). E nessun dubbio neppure sui futili motivi: "Pare emergere - scrive il giudice - che il comportamento infedele della vittima sia stato percepito dall'indagato come atto di insubordinazione". Inoltre "si ritiene che Piera Napoli venisse considerata come di propria appartenenza", tanto che Baglione era andato dall'uomo ritenuto l'amante pretendendo di controllare il telefono per verificare la presenza di messaggi riconducibili alla moglie.

"Potrebbe fuggire e uccidere ancora"

Il giudice ritiene anche "attuale e concreto il pericolo di fuga alla luce della negativa personalità manifestata, dalla tendenza a delinquere, a sottrarsi ai rigori della legge; del resto l'indagato si è allontanato dal luogo del fatto rimanendo momentaneamente irreperibile" ed "è verosimile che inizialmente avesse preparato la valigia per fuggire via, salvo oi presentarsi, ma a fine mattina (12.30) alle forze dell'ordine". C'è pure infine il pericolo di reiterazione del reato vista la "totale incapacità di autocontrollo e proclività al delitto" dell'indagato che, peraltro "ometteva di prestare alcun tipo di soccorso alla vittima". Secondo il giudice potrebbe prendersela tra l'altro con il presunto amante della moglie, che ha dichiarato di essere già stato avvicinato dall'indagato "per chiarimenti".

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