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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Bagheria

Omicidio a Bagheria, altri due fermi "Lite nata per il cane che abbaiava"

Ricostruita la dinamica della rissa costata la vita a Giuseppe Alongi. Oltre a Rosario Ferrito avrebbero partecipato anche il padre Pietro e il fratello Giampiero. Dietro una lunga storia di incomprensioni familiari

Nuovi sviluppi sull’omicidio di Giuseppe Alongi, l’uomo di 37 anni (nella foto a sinistra) ucciso a Bagheria. La polizia ha fermato Pietro Ferrito di anni 55 ed i figli Giampiero di anni 29 (nella foto a destra) e Rosario di anni 21, perché fortemente indiziati di omicidio ai danni del cognato, convivente della figlia di Pietro Ferrito. In poche ore gli agenti sono riusciti a ricostruire la vicenda, nonostante il muro di omertà edificato da tutti i componenti del nucleo familiare. Le indagini hanno svelato i futili motivi che hanno portato all’omicidio nato per ad via di incomprensioni familiari quali la convivenza tra la figlia e sorella degli aggressori e la vittima.

“Intorno alle ore 17.30 – fanno sapere gli inquirenti - gli agenti del commissariato Bagheria durante un giro di controllo presso pronto soccorso sono stati contattati dal medico di guardia che ha riferito loro la presenza di un uomo presentatosi poco prima, accompagnato da una giovane donna colpito da colpi di arma da taglio alla testa ed alla gola. Contemporaneamente gli agenti sono stati avvertiti dalla centrale operativa di una violenta rissa svoltasi poco prima in contrada Lo Monaco dove alcuni testimoni hanno riferito la presenza di un ferito grave”. Facile per gli agenti a quel punto ricollegare i due fatti. Sul luogo della rissa si sono recati anche i poliziotti della squadra mobile di Palermo che hanno iniziato ad ascoltare i testimoni e hanno cercato di ricostruire l’accaduto con non poche difficoltà. Nel frattempo si è appreso che la persona ferita era deceduta per cui la rissa si era trasformata in omicidio.

Omicidio Bagheria, i tre fermati

“Dai diretti interessati – continuano gli inquirenti - gli agenti hanno appreso sia le modalità che i motivi che avevano fatto scatenare la violenta aggressione. I due gruppi si sono incontrati per caso dopo la cerimonia del battesimo del figlio di uno dei due aggressori e da quest’incontro è scaturita un’ennesima discussione che subito è degenerata e la scintilla ha come scusa un cagnolino che ha inveito contro Rosario Ferrito. Da qui la lite tra il Ferrito e l’Alongi alla quale successivamente hanno preso parte sia il fratello che il padre di Ferrito e nella quale il cognato è rimasto mortalmente ferito”. I tre venivano sono stati condotti negli uffici della Questura dove in serata è stato effettuato un fermo e l’Autorità giudiziaria ha disposto per loro il trasferimento all’Ucciardone.
 

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