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Cronaca Bagheria

Uccisa e gettata sotto un ponte a Bagheria, una condanna e tre rinvii a giudizio

Per l'omicidio di Angela Maria Corona, avvenuto ad aprile dell'anno scorso, il gip di Termini Imerese ha disposto il processo per la nipote della vittima, Francesca Maria Castronovo, e i due presunti killer stranieri che avrebbe assoldato per commettere il delitto. L'imputata aveva confessato: "Mi ha umiliata per anni"

Tre rinvii a giudizio e una prima condanna in relazione all'omicidio di Angela Maria Corona, il cui corpo orribilmente mutilato venne ritrovato il 16 aprile dell'anno scorso sotto un ponte lungo la strada che collega Bagheria e Casteldaccia. Un delitto che una settimana dopo venne confessato dalla nipote della vittima, Francesca Maria Castronovo, che raccontò di aver assoldato due stranieri al mercato di Ballarò per sbarazzarsi di quella zia che, sin dall'infanzia, l'avrebbe maltrattata e sottoposta ad una lunga serie di soprusi.

Il patteggiamento

Il gip di Termini Imerese ha accolto il patteggiamento a un anno e cinque mesi per un altro straniero, accusato di favoreggiamento reale perché avrebbe aiutato i presunti killer a nascondere la somma versata da Castronovo per pagare l'omicidio. La donna aveva parlato prima di 15.500 mila euro e poi di 100 mila. All'imputato gli inquirenti avrebbero trovato 50 mila euro. L'imputato è stato coinvolto in un secondo momento nell'inchiesta, come aveva anticipato PalermoToday.

I rinvii a giudizio

Il giudice ha poi accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal procuratore Ambrogio Cartosio e dal sostituto Daniele Di Maggio: per Castronovo e i due presunti assassini, l'ivoriano Guy Morel Diehi e il maliano Toumani Soukouna, il processo inzierà a giugno davanti alla prima sezione della Corte d'Assise. Per rispettare le norme anti Covid l'udienza si terrà nell'aula bunker dell'Ucciardone.

La confessione e il movente

Corona, con l'assistenza dell'avvocato Francesca Maria D'Amico, aveva riferito che la zia per anni l'avrebbe sottoposta a vessazioni e maltrattamenti, costringendola persino a mangiare una scarafaggio e a lavarsi i denti utilizzando l'acqua del water. Inoltre, sempre secondo la versione fornita dall'imputata ai carabinieri, la vittima l'avrebbe controllata ossessivamente. Questi comportamenti avrebbero spinto Castronovo a volersi sbarazzare definitivamente della zia. Così sarebbe andata al mercato di Ballarò e avrebbe assoldato i due stranieri a cui avrebbe commissionato il delitto in cambio di una consistente somma di denaro.

Il delitto

Secondo la Procura, la vittima sarebbe stata attirata in un tranello e sarebbe stata aggredita alle spalle dai due killer su commissione, che l'avrebbero strangolata e poi chiusa in un sacco. Il cadavere sarebbe stato poi caricato su una macchina e gettato dal ponte. I resti della vittima erano stati poi dilaniati da animali selvatici e alcune parti non sono mai state ritrovate.

"Sono pentita"

Castronovo si era anche detta pentita e aveva spiegato al gip Angela Lo Piparo: "So che passerò il resto della mia vita in carcere, ma ho bisogno di sostegno, devo liberarmi di questo peso". Dopo l'omicidio avrebbe anche tentato di suicidarsi, dandosi fuoco. I due stranieri, difesi dagli avvocati Gabriele Lipani e Michelangelo Zito, durante gli interrogatori di garanzia, avevano invece deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.

"Non sapevo cosa c'era in quel sacco"

Ad incastrare i due presunti sicari sono i tabulati telefonici, ma anche le immagini riprese da alcune telecamere di sorveglianza, oltre a diverse intercettazioni: "Dicono che sono stato complice di un omicidio - spiegava Diehi alla madre, dopo essere stato convocato dai carabinieri di Bagheria - che ho ucciso una donna... Stavamo andando a lavorare, lei mi ha chiamato dicendomi di venire ad aiutarla, non sapevo di cosa si trattasse, non l'ho uccisa".

"Avevo bisogno di soldi e ho accettato"

L'imputato, nella stessa conversazione, aggiungeva: "La donna mi ha detto che se l'avessi aiutata mi avrebbe dato dei soldi, siccome io avevo bisogno di soldi ho accettato, ma non sapevo di che tipo di aiuto si trattasse... Mi ha detto di venire con lei a casa sua per far scendere qualcosa, invece era un'anziana donna dentro un sacchetto".

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