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Cronaca

L'omicidio di Aldo Naro, caso riaperto dopo 4 anni: spuntano tre nuovi indagati

Il gip Filippo Serio ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura e ha chiesto nuove indagini. A spezzare la vita del ragazzo, ucciso nel 2015 durante una rissa al Goa, non sarebbe stato solo il buttafuori diciassettenne già condannato, ma anche tre suoi colleghi

Si riapre il caso di Aldo Naro, il giovane medico ucciso nella notte tra il 13 e il 14 febbraio 2015 nella discoteca Goa durante una rissa. Il giudice delle indagini preliminari Filippo Serio ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura e ha chiesto nuove indagini. Secondo il giudice a spezzare la vita del ragazzo non fu solo un buttafuori, ma anche tre suoi colleghi che adesso sono indagati. Lo riporta l'edizione locale de La Repubblica.

A rispondere di omicidio volontario in concorso sono Pietro Covello, buttafuori irregolare, e Gabriele Citarella e Francesco Troia, vigilantes regolari. Finora a essere incolpato del delitto era stato solo Andrea Balsano, diciassettenne dello Zen (che quella sera faceva il buttafuori abusivo ndr),  condannato a 10 anni di reclusione per omicidio volontario.

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Lo scorso mese di settembre una nuova consulenza medico-legale aveva ribaltato la tesi dei consulenti della Procura secondo cui il giovane medico sarebbe morto a seguito di un singolo calcio. La famiglia Naro, gli avvocati Salvatore Falzone e Antonino Falzone, avevano affidato l’incarico di studiare l’esame autoptico a Giuseppe Ragazzi, medico chirurgo specialista in medicina legale, e a Salvatore Cicero, direttore del reparto di Neurochirurgia presso l’ospedale Cannizzaro di Catania. Per loro "le lesioni encefaliche non possono essere giustificate da un singolo colpo vibrato alla regione temporale sinistra ma sono frutto di più traumi verificatisi secondo linee di forza che hanno agito sia in direzione antero posteriore, sia postero anteriore, sia latero laterale. La gravità delle lesioni non può essere spiegata con un singolo colpo, il quale peraltro se avesse avuto una elevata vis lesiva, come sostenuto dai consulenti tecnici d'ufficio, avrebbe dovuto causare con elevata probabilità anche una frattura ossea sul punto di impatto".

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