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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Terrasini

Nuova Iside, è di Vito Lo Iacono il corpo ritrovato in Calabria

La conferma è arrivata dopo la comparazione tra il Dna del cadavere rinvenuto poco prima dell'estate in una spiaggia di San Ferdinando e quello dei suoi familiari. Sull'incidente che ha portato a maggio all'inabissamento del peschereccio nelle acque di San Vito Lo Capo indaga la Procura di Palermo

Il cadavere trovato poco prima dell'estate in una spiaggia di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, era di Vito Lo Iacono, il comandante del peschereccio che a maggio si era inabissato nelle acque di San Vito Lo Capo. La conferma è arrivata al termine dell’esame eseguito confrontando un campione del Dna prelevato dal corpo trovato lungo la costa calabrese e quello dei familiari del giovane pescatore.

A comunicare l’esito dell’esame è stata la Procura di Palermo dopo gli accertamenti condotti su disposizione della Procura di Palmi dai professori Francesco Introna, Pietro Tarzia e Alessia Leggio. "Il cadavere rinvenuto in data 11 giugno 2020 apparteneva in vita a Vito Lo Iacono, nato a Partinico il 2 febbraio 1994 e scomparso in mare il 13 maggio 2020", scrive il sostituto procuratore di Palermo Vincenzo Amico.

Qualche dubbio era sorto già dopo il ritrovamento di quel cadavere sul quale investigatori avevano notato due tatuaggi - un timone e un cavalluccio - compatibili con quelli del giovane Vito. In un primo momento gli inquirenti avevano ipotizzato potesse trattarsi di un giovane della provincia di Vibo Valentia, vittima di lupara bianca nel 2018.

Ciò che invece va ancora chiarito è cosa sia accaduto quella sera e come sia affondato il peschereccio. Secondo il racconto dei familiari i tre pescatori sarebbero stati raggiungibili sino alle 23 circa. Da quell'ora in poi i loro smartphone non avrebbero ricevuto più alcun messaggio. Nei giorni successivi alla "scomparsa" dell'imbarcazione qualcuno aveva ipotizzato che il Nuova Iside fosse stato speronato da una petroliera.

Nuovi dubbi dalla scatola nera della petroliera | VIDEO

A metà novembre sono arrivati anche i risultati di una perizia secondo la quale non ci sarebbero tracce di collisione tra la Vulcanello e il peschereccio a bordo del quale c'erano Matteo, Giuseppe e Vito Lo Iacono. I corpi dei primi due furono individuati nei giorni successivi all’inabissamento del Nuova Iside, mentre il cadavere del 26enne sembrava essere scomparso nel nulla.

Va detto, però, come era emerso quest'estate, che la Vulcanello sarebbe stata riverniciata quando già era stata aperta l'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni, volta ad accertare se vi siano state appunto delle responsabilità da parte dell'equipaggio della petroliera nell'affondamento del peschereccio.

Il rappresentante della società armatrice della Vulcanello, la Augusta Due srl, Raffaele Brullo, secondo l'accusa avrebbe infatti ordinato una "sovra-pitturazione dell'opera morta dello scafo", cioè della parte che si trova al di sopra della linea di galleggiamento, per "mutare artificiosamente lo stato dei luoghi". Per questo i pm ipotizzano a suo carico i reati di frode processuale e favoreggiamento.

Il sindaco Palazzolo: "Vicini ai familiari, speriamo venga fatta chiarezza"

Il primo cittadino di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo, ha commentato così la notizia del ritrovamento: "Una triste vicenda umanamente conclusasi col ritrovamento del corpo di Vito, un ragazzo e un marinaio con un amore così grande per il mare da averne fatto il lavoro della sua vita, quella vita piena di entusiasmo che si è interrotta proprio in quel mare che tanto amava. Finalmente Vito potrà avere una degna sepoltura accanto a suo papà Matteo, anche lui vittima di questa tragedia immane.  Sull'incidente che ha causato l'affondamento dell'imbarcazione, c'è un processo in corso a carico di alcuni marittimi della petroliera Vulcanello, che spero possa portare al più presto alla verità. Sono vicino al dolore di Rosalba , di Rossana e di Giovanna alla quale porgo le condoglianze mie di tutta la comunità, invocando a gran voce che sia fatta chiarezza e giustizia, affinché non accadano più simili tragedie".

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