Finti incidenti per truffare le assicurazioni, scoperta una nuova banda di spaccaossa: 8 fermati
Nell'operazione condotta dal commissariato di polizia di Brancaccio - che si è estesa alle province di Novara, Torino, Vercelli, Milano e Varese - sono indagate 31 persone, 15 percepivano il Reddito di cittadinanza. Circa 2 milioni di euro il giro di affari ottenuto anche con metodi estorsivi. Sequestrate case, auto e moto
Fratturavano gambe e braccia per truffare le compagnie di assicurazioni: una nuova banda di spaccaossa è stata scoperta dai poliziotti del commissariato Brancaccio di Palermo. Nell'operazione - che si è estesa alle province di Novara, Torino, Vercelli, Milano e Varese - sono indagate 31 persone, otto delle quali destinatarie di fermo. Inoltre quindici dei 31 soggetti indagati sono stati segnalati alla magistratura in quanto percettori del reddito di cittadinanza.
A capo dell’organizzazione ci sarebbero Vincenzo Maccarone, Giuseppe Zizza (entrambi si trovano in carcere) e Matteo Corrao (arresti domiciliari). Oltre a loro sono stati fermati Giovanni Pisciotta, 57 anni, di Palermo; Lorenzo Catalano, 25 anni, di Palermo; Salvatore Costa, 39 anni, di Palermo; Luca Poerio, 44 anni, di Crotone; Gianpiero Bagnasco, 52 anni, di Legnano. Disposto inoltre il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di 329 mila euro a carico di Corrao, Maccarone e Zizza. Pisciotta, Catalano e Poerio, dopo la convalda del gip, sono tornati in libertà.
Le truffe risalirebbero al periodo compreso fra il 2017 e il 2020: le finte vittime, in massima parte, avevano raccontato di essere state investite mentre andavano in biciclette, ma in realtà sarebbero state "mutilate" dalla stessa organizzazione in cambio di poche centinaia di euro. Le denunce dei falsi incidenti stradali - mediante raggiri o attraverso metodi estorsivi - sono avvenute a Palermo, ma anche in Piemonte e in Lombardia da palermitani che si recavano fuori dalla Sicilia ufficialmente "per cercare lavoro" oppure "in vacanza".
Circa 2 milioni di euro il volume di affari, di cui 700 mila già pagati dalle compagnie di assicurazione. Pratiche per un milione e duecento mila euro stavano per essere liquidate. Grazie all’attività d’indagine dei poliziotti del commissariato di Brancaccio è stato però possibile bloccare la liquidazione di alcuni indennizzi per centinaia di migliaia di euro.
Le indagini sono scattate nell’aprile del 2020, quando un uomo ha cercato di aprire un conto corrente all’ufficio postale di via Galletti con una carta d’identità taroccata. Ma decisiva è stata la collaborazione di due vittime, che hanno raccontato delle fratture subite e dell'organizzazione dei finti incidenti, fino a svelare l'importo liquidato dalle compagnie assicuratrici.
Durante le indagini e specialmente durante l’attività d’intercettazione è stato rilevato che i tre capi dell’associazione criminale avano un tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Sono stati così effettuati gli accertamenti patrimoniali e individuati beni mobili e immobili, ritenuti di provenienza illecita, che sono stati sequestrati. Tra gli altri una casa, due magazzini e nove tra auto e motociclette (fra cui una Range Rover Evoque, una Bmw X4, una Mercedes Glc, una Audi).