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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Via Nasi Nunzio

"Non possiamo voltare la faccia", Confindustria in campo per il pub Ballarò

Il presidente degli industriali, Alessandro Albanese, ha inviato una circolare a tutti gli iscritti per sostenere la rinascita e l'apertura del pub nell'omonima piazza nel oggetto di numerose intimidazioni

Prima le intimidazioni, poi la reazione di un quartiere diviso a metà - tra omertà e voglia di riscatto - adesso la mobilitazione anche da parte di Confindustria. Il pub Ballarò, nell'omonimo quartiere, torna al centro della cronaca.

L'attività è diventata famosa per via della sua storia "travagliata". Sequestrato al boss mafioso Gianni Nicchi, è stato affidato a una coop sociale che ha da subito inziato a lavorare per la riapertura. Ma i nuovi proprietari non sono visti di buon occhio da qualcuno che ha pensato bene di distruggere le vetrine e appiccare le fiamme. Gesti dal significato chiaro, che hanno fatto emergere i due volti della città. Da un lato la Palermo che non parla, non vede, non sente. La Palermo che riserva un'accoglienza non esattamente amichevole anche alla troupe di Striscia La Notizia. Dall'altra la città che non si rassegna alla criminalità, supportata da azioni di controllo del territorio portate avanti dalle forze dell'ordine.

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A scendere in campo sono anche gli industriali. Il presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese ha inviato una circolare a tutti gli iscritti per sostenere la rinascita e l'apertura dell'attività. "Sono a voi tutti note le vicende legate al pub di Ballarò che, un piccolo gruppo di persone guidate dal nostro Giuseppe Todaro, ha tentato di riaprire, in un contesto di ostilità diffusa, con l'epilogo che conosciamo - scrive nella nota Albanese -. Possiamo girare la faccia dall'altro lato lasciando il pub ed il quartiere di Ballarò a 'cuocere nel proprio brodo' oppure possiamo avere uno slancio di orgoglio e non calare la testa, anzi, alzarla tutti insieme e dare un segnale a chi vive nel quartiere e subisce passivamente, ma anche a tutta la città che guarda a questi fatti come a cose lontane".

Due le strade indicate dal presidente. La prima, "allargando la base societaria entrando, tutti quelli di noi tdisponibili, a far parte della compagine sociale o versando la quota di 1.000 euro o fornendo beni o servizi per 2.000 euro". La seconda, "dando un concreto supporto alla attività mediante l'erogazione di un libero contributo pari a 500 euro o fornendo beni o servizi per 1.000 euro". "Sarà forse una piccola cosa il pub di Ballarò - scrive Albanese - ma noi vogliamo farlo diventare un simbolo di riscatto; e poi, in fondo, da tante piccole cose partono i grandi cambiamenti".

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