"Aiuto, mia figlia non respira", palermitano salva neonata e Orlando lo premia con la tessera preziosa
Protagonista della vicenda Sergio Cavoli, finanziere di 49 anni in servizio ad Assemini, in provincia di Cagliari. Le urla della madre, il terrore e quella decisione presa in pochi istanti. Il suo intervento è stato provvidenziale
"Ti prego, aiutami, mia figlia non respira". Quando ha sentito l'urlo disperato della mamma di una neonata di pochi mesi non ha avuto nessun dubbio, ha subito preso in braccio la piccola e, temendo che qualcosa le ostruisse le vie respiratorie, ha effettuato le manovre necessarie per salvarle la vita. Per la sua prontezza nell'intervento di salvataggio, il sindaco Leoluca Orlando gli ha conferito la Tessera preziosa del mosaico Palermo.
Protagonista della vicenda è Sergio Cavoli, finanziere palermitano di 49 anni in servizio ad Assemini, in provincia di Cagliari da 25 anni. Tutto è avvenuto in pochi istanti lo scorso 17 dicembre, negli spazi antistanti alla scuola elementare Scalas, in corso Europa. "Mentre attendevo l'uscita di mia figlia - racconta l'uomo - ho sentito una mamma invocare aiuto perché la neonata che aveva in braccio non stava bene. Ha percorso una decina di metri e si è fermata davanti a me perché la figlia non respirava. Non ho esitato un attimo quando questa mamma mi ha affidato la vita della sua bambina. Ho urlato di chiamare il 118, ma vedendo che la piccola aveva gravi difficoltà respiratorie ed era cianotica, ho eseguito la manovra di disostruzione pediatrica". A chiamare l'ambulanza un agente di polizia municipale presente sul posto.
Padre di due figli, Sergio sentiva addosso una grande responsabilità che non ha avuto paura di fare sua, facendo tesoro del suo addestramento militare di pronto soccorso. "Dopo il mio primo intervento - continua - la piccola sembrava essersi ripresa, così l'ho affidata a un altro genitore ma dopo qualche attimo la chiuso gli occhi e perso i sensi". Di nuovo il panico e il terrore in pochi secondi. "La frequenza respiratoria è nuovamente aumentata così come quella cardiaca. Ho ripreso la piccola in braccio e ho effettuato nuovamente la manovra per la disostruzione pediatrica, alternando le pacche interscapolari con le pressioni toraciche, sino a quando la bambina non ha avuto un forte rigurgito".
Il sollievo, dopo la paura. "Ha piccolina ha riaperto gli occhi - racconta ancora il finanziere - il battito cardiaco seppur flebile è tornato più forte e lentamente ha ripreso colorito. Sono rimasto con la bambina e la mamma sino all'arrivo dell'ambulanza che le ha condotto al pronto soccorso. Per tutto il tempo che ho tenuto in braccio la neonata, compreso il triage, mi ha tenuto stretto il dito e sembrava non volerlo mollare più. In serata, ho contattato il pronto soccorso che mi ha riferito che la piccola stava bene".
Dopo la tensione di quegli attimi, la consapevolezza e un ringraziamento che arriva dritto al cuore. "Appena sceso dall’ambulanza - aggiunge - ho ripreso mia figlia in braccio che, appena soli in macchina mi dice 'Sei stato bravo papà, sei il mio eroe'. Ci abbracciamo e scoppio a piangere". Nei giorni successivi sono arrivati le attestazioni di stima di amici, colleghi e persone sconosciute su Facebook. "Per le tre notti successive non ho dormito, ripensando a quei giorni. Sono andato via senza dire il nome a nessuno. Il sorriso della piccola, il grazie di chi mi era vicino mi ha ripagato".
Nei giorni scorsi, il 27 dicembre, l'ulteriore riconoscimento da parte del primo cittadino. "Una emozione immensa e una grande gioia. Un onore che mai avrei potuto immaginare. Ho ancora la pelle d'oca al pensiero di quelle urla ma penso di aver fatto quello che ognuno di noi dovrebbe fare quando si riceve una richiesta di aiuto, non ho idea se il mio intervento è stato risolutivo ma non si può rimanere indifferenti, qualcuno lassù ci ha voluto bene è per fortuna è andato tutto bene. Sentire la vita della piccola risorgere tra le mie mani, è stata una grande gioia ed emozione che mai dimenticherò".