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Cronaca

"Quel neonato fu picchiato, nessuna malattia genetica": conferme dalla perizia

Secondo gli esperti le lesioni "non sono riconducibili al parto" e "sono state prodotte da terzi in tempi diversi". Il bimbo nell'agosto del 2013, quando aveva appena tre mesi, arrivò in ospedale con diverse fratture

Ad agosto del 2013, quando aveva appena tre mesi, arrivò in ospedale con diverse fratture, che gli hanno provocato gravi problemi alla vista e all'udito. I suoi genitori finirono sotto inchiesta per tentato omicidio. Adesso un'ulteriore perizia disposta dal gup Nicola Aiello, davanti al quale il processo a carico della coppia si svolge col rito abbreviato, ha stabilito che quelle lesioni hanno "avuto una genesi traumatica, eteroindotta, violenta". Sarebbero state cioè frutto di percosse e maltrattamenti inflitti al piccolo e non di una rara malattia genetica, come sostiene invece la difesa degli imputati. Alle stesse conclusioni era già giunto un accertamento simile compiuto durante le indagini preliminari, ma il giudice, prima di decidere, ha ritenuto opportuno disporre un'altra perizia.

Gli esperti a cui ha affidato l'incarico, Matilde Carmina, Michelangelo Scoppeliti e Manfredi Rubino, scrivono inoltre che le lesioni riportate dal bambino "non sono riconducibili al parto" e che "sono state prodotte da terzi in tempi diversi e non sono riconducibili a condizioni morbose preesistenti di natura genetica". Ai genitori è stata nel frattempo tolta la patria potestà e il bimbo, che ormai ha tre anni, vive in una casa famiglia. Il processo è stato rinviato a marzo.

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