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Cronaca Brancaccio

Perdono i ricci ma non il vizio, perquisizioni a Brancaccio: multati due pescatori

Nella loro abitazione la guardia costiera ha trovato 24 vasetti di polpa di ricci, venduti a 25 euro ciascuno. Qualche settimana fa le stesse persone erano finite nei guai per lo stesso motivo. Sequestrati pure tre scooter subacquei, bombole ed erogatori

Un paio di settimane fa erano stati multati dopo essere stati trovati in possesso di 2.500 ricci e 80 chili di oloturie. Nonostante ciò quando le forze dell'ordine hanno perquisito i loro appartamenti, in zona Brancaccio, hanno rinvenuto complessivamente 24 bicchieri di polpa di frutti di mare (venduti a 25 euro ciascuno), altri vasetti vuoti con relativi coperchi, coltelli per aprire i ricci, bombole, erogatori e pure tre scooter subacquei.

La guardia costiera ha sanzionato C.T. e N.A., due uomini rispettivamente di 35 e 37 anni, per l’attività di pesca, detenzione e commercializzazione illegale, oltre alla manipolazione dei prodotti ittici senza le dovute autorizzazioni igienico-sanitarie. Durante le perquisizioni è stata trovata "documentazione attestante - si legge in una nota - una consistente attività di vendita al dettaglio dei vasetti con polpa di ricci".

L’attività di controllo sulla filiera della pesca e i sequestri sono stati eseguiti, su disposizione della Procura, da parte del reparto operativo della guardia costiera, in sinergia con il reparto operativo aeronavale, il nucleo cinofili e il nucleo di pronto intervento della guardia di finanza. Il 35enne e il 37enne, arrestati anche per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, sono stati giudicati per direttissima. Il gip, trattandosi di incensurati, ha applicato la messa alla prova obbligandoli a un periodo di volontariato.

"L’azione di servizio - si conclude la nota - sottolinea ancora una volta il costante presidio attuato sul territorio a difesa della legalità, volto alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente e degli stock ittici, nonché al contrasto di tutti quei comportamenti illeciti che possono minare la sana e leale concorrenza tra gli operatori del mercato, danneggiando le imprese ed i lavoratori onesti e, più in generale, l’economia del nostro Paese".

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