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Cronaca

L'infinita guerra dei decibel: approvato il regolamento sulla movida

C'è il via libera del Consiglio comunale. Ma il provvedimento - che è passato con il voto contrario di Fi e Pd - potrebbe comunque non essere definitivo. Perché entro sei mesi l'Amministrazione dovrà presentare il piano di zonizzazione acustica

Il Consiglio comunale ha approvato ieri sera a maggioranza il regolamento sulla movida. Dopo due anni ecco il testo che in qualche modo ricalca le ordinanze di Orlando. Una guerra a colpi di decibel e ricorsi, che in questi anni ha infiammato le aule di tribunale. Il provvedimento - che è passato con il voto contrario di Fi e Pd - potrebbe comunque non essere definitivo. Perché entro sei mesi l'Amministrazione dovrà presentare il piano di zonizzazione acustica. Il regolamento era stato presentato nelle scorse settimane a Palazzo delle Aquile, ad opera della commissione Attività Produttive. L'obiettivo dichiarato è quello di decongestionare il centro storico. Città divisa in due: centro storico con limiti per la musica all'aperto dalle 23, e una vasta area che comprende borgate marinate (oltre alla zona industriale) con limite esteso dalla mezzanotte.

"Il regolamento - ha spiegato Giovanna Marano, assessore comunale alle Attività produttive - è stato arricchito con il vincolo posto alla giunta di presentare entro sei mesi il piano di zonizzazione acustica. Lo schema del provvedimento votato contiene disposizioni su orari, tutela della salute dell'ambiente e dei beni culturali, disposizioni in materia di acustica e deroghe".

L’atto contiene disposizioni su orari, tutela della salute dell’ambiente e dei beni culturali, nonché in materia di acustica e “deroghe”, "ed è volto - spiega il Comune in una nota - a dare delle regole attraverso l’attivazione di un percorso rigoroso che alimenti una nuova pedagogia dell’intrattenimento in cui tutela della salute degli adolescenti e rispetto della quiete pubblica siano la cifra riconoscibile". Per il sindaco Orlando, "questo regolamento sarà uno strumento di armonia e civiltà che permetterà di prevenire l’incursione che la criminalità spesso agisce in varie e vaste aree urbane.

Così Antonino Sala, consigliere comunale (Mov139): "Finalmente è stato approvato un regolamento che, sebbene non previsto per legge, darà all'amministrazione uno strumento per arginare il fenomeno della movida. Conciliare il diritto alla quiete con il diritto alle attività di svago è, ed è stato, un rompicapo. Ogni regolamento per essere efficace deve essere applicabile, deve prevedere uno strumento di controllo, e quindi un sistema sanzionatorio. È chiaro che le sanzioni non sono rivolte a chi opera nel rispetto delle norme ma a coloro i quali agiscono nell'illegalità".

E' critico invece il consigliere comunale Filippo Occhipinti (Idv): “Il regolamento assomiglia al capriccio di un monarca. Abbiamo dedicato sedute e mesi per un regolamento che non aveva neanche senso fare: il giusto sonno dei cittadini era e dovrebbe essere garantito dalla legge vigente, se sin qui non è stato fatto rispettare non capisco come possa farlo un regolamento. Mancavano i controlli e non sarà un regolamento, fotocopia della legge, a farli applicare. In pratica non cambierà nulla. L’unico vero successo, se così si può dire, è avere costretto l’amministrazione a dotare la città di un piano di zonizzazione acustica, questo sì obbligatorio per legge, che la città aspetta da venti anni”.

Secondo Nadia Spallitta: "l’attuale testo non risolve i problemi cittadini e a mio avviso è da considerarsi privo di reale consistenza. Non è stata accolta l’idea del Partito Democratico, in relazione al regime sanzionatorio, di applicare esclusivamente le sanzioni previste dalla legge, evitando così forme repressive non contemplate dalle disposizioni normative (va ricordato che in materia di sanzioni operano i principi di tassatività e riserva di legge). Il Mov139, invece, con un suo emendamento ha generalizzato il potere sanzionatorio accessorio, che sarebbe espressione dell’autonomia comunale. Emendamento che a mio avviso rischia non solo di creare disparità di trattamento (nel senso che la stessa sanzione accessoria potrà essere applicata indipendentemente dalla gravità della violazione), ma soprattutto demanda a una libera interpretazione degli uffici l’esercizio di questo potere repressivo. C’è anche da dire che lo stesso Regolamento non chiarisce tuttavia quali sarebbero le sanzioni accessorie, con conseguente rischio di azioni che possono vedere soccombente, come avvenuto in passato in casi analoghi, l’amministrazione comunale. Da ultimo non può non osservarsi che dopo tre anni e mezzo, e dopo un ampio dibattito cittadino, il Comune di Palermo non ha ancora quegli strumenti di pianificazione territoriale e acustica indispensabili per garantire la qualità della vita e la salute degli abitanti".

“Non ho votato il regolamento sulla movida  - spiega Paolo Caracausi (Idv), presidente della commissione Attività Produttive - perché ritengo sia un strumento inutile, che non risolve il problema della quiete pubblica. Ancora oggi, in assenza dei controlli, chi esercita l'attività violando le regole continua imperterrito a fare musica amplificata in barba all'ordinanza del Sindaco e da domani in barba anche a questo ennesimo papocchio che ha prodotto il consiglio comunale. Una delle poche cose condivisibili delle ordinanze erano le sanzioni accessorie, che limitavano il disturbo al sonno dei residenti ma che con questo regolamento sono state cancellate. La commissione Attività Produttive era riuscita a fare sintesi con le associazioni di categoria, i residenti e i musicisti, ma il suo lavoro è stato vanificato per un regolamento che scontenta tutti. Mi auguro che entro sei mesi l'amministrazione porti il piano di zonizzazione acustica per rivedere l'atto”.

Secondo il presidente provinciale di Confartigianato, Nunzio Reina: "Questo regolamento non cambia nulla, ci dispiace che le associazioni di categoria non siano state prese in considerazione e che sia stato praticamente rifiutato l'aiuto di chi vuole tutelare gli interessi delle imprese, parte direttamente coinvolta e fondamentale. Questo testo si basa su un'ordinanza che avrebbe già dovuto puntare da tempo al contrasto agli abusivi. Ci ritroviamo invece a fronteggiare sempre gli stessi problemi e l'unico risultato che si riesce ad ottenere è quello di ostacolare chi fa impresa onestamente".

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