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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il ministero dei Trasporti chiede 40 milioni alla Regione, Sicilia e Legalità: "Ignorata la nostra diffida"

La denuncia dopo l'emanazione di una circolare che impone alle agenzie del settore l'uso esclusivo del sistema informatico nazionale, che consente unicamente il versamento dei diritti su conti correnti intestati al ministero e non più su quelli della Regione

"Altri 40 milioni di euro annui, legati al settore della motorizzazione che si aggiungono ai 10 all’anno per le revisioni già perduti dal 2011, potrebbero non essere più intascati dalla Sicilia, a partire dal 31 marzo". Lo rende noto l'associazione Sicilia e Legalità, spiegando che è questa la nuova scadenza fissata dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti (circolare del 2 febbraio), che impone alle agenzie del settore l’uso esclusivo del sistema informatico nazionale, Il Portale dell’automobilista, gestito da Poste Italiane, che consente unicamente il versamento dei diritti su conti correnti intestati al ministero e non più su quelli della Regione.

Una disposizione riguarda ben 1500 imprese, tra studi di consulenza e autoscuole, che in tutto il territorio siciliano sono abilitate al disbrigo delle pratiche automobilistiche. "Questo  - spiega l'associazione - significa che, dal 31 marzo in poi, se l’assessorato regionale alle Infrastrutture dovesse recepire la circolare, la Sicilia perderebbe, intanto, tutte le entrate relative a immatricolazioni, targhe e passaggi di proprietà, ma a rischio potrebbero diventare tutte le tipologie di operazioni che riguardano auto, motocicli e mezzi pesanti fino a raggiungere un totale di 40 milioni di euro annui".

"Si stanno avverando le nostre peggiori previsioni", accusa Maurizio Franchina, portavoce di Sicilia e Legalità, che già lo scorso settembre aveva denunciato lo "scippo" dei primi 10 milioni, legati solo alle operazioni di revisione dei mezzi, inviando un atto di diffida alla Regione per astenersi dal recepire ogni provvedimento che penalizzi ulteriormente l’Isola in questo settore.

"Si sta arrivando al paradosso che una regione d'Italia che paga di tasca sua tutte le spese relative alla gestione della motorizzazione, dipendenti compresi che invece in altre regioni sono statali, non può più incassare i tributi connessi a questo onere. L’intento legittimo del ministero di prevedere un collegamento al sistema informatico nazionale (Ced) – spiega ancora Franchina – finalizzato ad uniformare le procedure, si è trasformato nell’illegittima affluenza nei conti ministeriali di tributi regionali, in violazione delle prerogative statutarie". "La vicenda – aggiunge il portavoce - origina da gravi e inspiegabili errori della Giunta Lombardo, e su cui ancora non è stata fatta piena luce, commessi in occasione della emanazione della prima circolare ministeriale. La Regione non è stata, allora, in grado di opporsi efficacemente, perché sollevando il conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale ha commesso un errore di notifica. Tale ricorso, peraltro, non è stato successivamente ed inspiegabilmente riproposto. Ciò significa che non c’è mai stato alcun pronunciamento sulla pertinenza dei diritti di motorizzazione. Fino a quando non verrà risolto tale contenzioso – conclude – la Regione non deve assolutamente recepire la circolare n.2533 del 2 febbraio, consentendo alle agenzie di operare con le attuali modalità".

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