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Cronaca Politeama / Piazza Vittorio Emanuele Orlando

"Il respiro dell'Africa" entra nel palazzo di giustizia: fino al 12 la mostra dell'avvocato Marchese

Nell'atrio della Corte d'Appello gli scatti del professionista, che per 11 mesi ha peregrinato per il continente nero. Un'esperienza da cui è nato anche un libro. Un'iniziativa condivisa dall'Ordine degli avvocati e dalla Corte d'Appello per aprire il tribunale alla città

Il suo volto è magnetico, cattura l'osservatore e colpisce per il suo sguardo commosso, per gli occhi resi lucidi dalle lacrime: la donna del Togo piange. E piange perché grazie a quello scatto ha visto per la prima volta nella sua vita i suoi tratti. E' una delle toccanti fotografie dell'avvocato Lorenzo Marchese, fatte durante un viaggio di 11 mesi in Africa, ed esposte fino al 12 dicembre nell'atrio della Corte d'Appello del palazzo di giusitiza di Palermo.

La mostra porta tra i marmi grigi del tribunale  i colori, i riti e la vivacità di tribù e popoli africani. Al primo piano del vecchio palazzo arriva per qualche giorno "Il respiro dell'Africa", questo il titolo della mostra, che è anche quello del libro scritto da Marchese, dopo un lungo peregrinare per il continente nero, vagando tra il punto più a Nord e quello più a Sud, tra quello più basso e quello più alto, tra il 2010 ed il 2011.

Dietro ogni scatto c'è una storia, come spiega l'avvocato, un mondo che sembra lontanissimo e che pure ha tanti punti in comune con il nostro. "La maggior parte delle persone che ho incontrato - racconta Marchese - pensa di noi occidentali che siamo semplicemente dei pazzi. Per loro sono due le cose importanti nella vita: il tempo e l'amore, mentre noi ricorriamo soltanto i soldi e che non servono ad ottenere né l'uno né l'altro".

L'idea di allestire una mostra nel palazzo di giustizia è dell'Ordine degli avvocati di Palermo e ha trovato il consenso del presidente della Corte d'Appello, Matteo Frasca. Lo spirito, oltre ad abbellire le pareti fredde del tribunale, è quello di aprire il palazzo di giustizia alla città e contestualmente di fare entrare il mondo esterno in un microcosmo dove sono solitamente racchiuse migliaia di storie, anche drammatiche, che passano solo attraverso i fascicoli giudiziari.

Dopo la tappa in tribunale la mostra, dal 22 dicembre, si sposterà alla Fonderia, dove sarà inaugurata nel pomeriggio dello stesso giorno, e vi resterà fino al 6 gennaio. 

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