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Cronaca Libertà / Via Alessandro la Marmora

Lo studente trovato carbonizzato, i carabinieri: "Esplosione accidentale"

Chiariti i contorni della morte di Vincenzo Liotta, il giovane di 22 anni scomparso mercoledì e trovato senza vita nella sua casa di Piraino. Accanto al suo corpo due bottiglie di benzina. Si pensa a un tragico incidente. Scartate le ipotesi suicidio e omicidio

Un tragico incidente. Si inizia a fare chiarezza sulla morte di Vincenzo Liotta, lo studente di 22 anni di Economia, scomparso mercoledì scorso e trovato morto nella casa di famiglia a Piraino, in provincia di Messina. Il corpo del giovane è stato trovato carbonizzato da alcuni vicini all’interno della sua villa in ristrutturazione. L’ipotesi dell’esplosione accidentale è al momento la più probabile secondo i carabinieri della compagnia di Patti che, insieme ai militari della stazione di Piraino, stanno conducendo le indagini. Ritenuta poco plausibile quella del suicidio, scartato del tutto l’omicidio.

I FATTI – Vincenzo mercoledì mattina è uscito dalla sua casa di via Alessandro La Marmora, a Palermo. Senza dire nulla ai genitori si è diretto verso la casa di Piraino, di cui lui stesso ne stava curando la ristrutturazione (aveva scelto le mattonelle del pavimento). Intorno alle 16 - non vedendolo rientrare - i genitori hanno provato a chiamarlo al cellulare, non ottenendo però alcuna risposta. Scattano così le ricerche, culminate nella denuncia alla polizia. Il giorno dopo il padre si accorge che in casa mancano le chiavi dell’immobile di Piraino. Così decide di chiamare alcuni vicini, che entrano all’interno della proprietà e fanno la macabra scoperta.

LE INDAGINI –  Il corpo di Vincenzo è carbonizzato al busto e al volto. Mentre gli arti (gambe e braccia) presentano delle bruciature superficiali. Cos’è successo? “Dopo le prime rilevazioni del nucleo investigativo di Messina – spiegano i carabinieri di Patti – abbiamo subito escluso l’ipotesi dell’omicidio. Quasi nulle anche le probabilità che si possa essere suicidato: il ragazzo viene da una famiglia sana, era impegnato nell’azienda edile di proprietà del padre e stava seguendo con grande interesse la ristrutturazione dell’immobile di Piraino. E poi da poco aveva acquistato dei biglietti aerei per Medjugorje”.

E allora cosa è successo? “I vicini – dicono i carabinieri – hanno visto del fumo nero intorno a mezzogiorno di mercoledì. Ma non si sono allarmati più di tanto, visto che qui i roghi di sterpaglie sono all’ordine del giorno. Accanto al corpo abbiamo rinvenuto della pasta non cucinata, due bottiglie da un litro e mezzo di benzina, delle sterpaglie e della legna. E’ possibile quindi che il giovane possa essere rimasto vittima di un’esplosione mentre stava cucinando o stava per accendere un fuoco. La casa – continuano ancora i carabinieri – si trova a 300 metri sul livello del mare, ma il carburante è stato acquistato probabilmente in un distributore self service a Piraino Marina. L’altura aumenta la pressione, quindi è possibile che nel modo aprire una delle bottiglie Vincenzo sia stato investito dal liquido. Magari stava fumando una sigaretta (pare che il ragazzo fosse un fumatore) che potrebbe aver causato la scintilla e le fiamme. Questa sarebbe anche una spiegazione del fatto che le parti carbonizzate fossero volto e busto”.

L’AUTOPSIA – Ma si rimane sempre sul campo delle ipotesi. Sicuramente maggiori indizi si potranno avere dall’autopsia che verrà effettuata domattina presso l’ospedale di Patti. Il caso poi passerà in mano alla Procura della cittadina della provincia di Messina. I carabinieri però smentiscono l’informazione secondo cui il cellullare di Liotta sia stato intercettato nei pressi di Punta Raisi. "Su questo - concludono - non abbiamo trovato alcun tipo di riscontro".

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