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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Morì dopo un incidente sul lavoro: a distanza di 4 anni il giudice ordina nuove indagini

Il tragico volo di Roberto Chiappara, il 36enne palermitano che perse la vita dopo la caduta dal tetto di uno stabilimento nel settembre 2017 alla Fox Bompani di Ostellato, in provincia di Ferrara. Era arrivato da pochi giorni al Nord: fino ad allora aveva svolto l’attività di pescatore in Sicilia

Era caduto dal tetto di uno stabilimento mentre stava portando avanti alcuni lavori di riparazione. Un volo tragico di otto metri. A distanza di oltre anni caso riaperto e nuove indagini sulla morte di Roberto Chiappara, il 36enne palermitano deceduto due giorni dopo un infortunio sul lavoro avvenuto l’11 settembre 2017 alla Fox Bompani di Ostellato, in provincia di Ferrara. L’operaio era stato da poco assunto dalla Ser srl di Verona, subappaltatrice dei lavori, per la rimozione di amianto dal tetto del capannone dell’azienda e relativa riparazione, precipitò dal tetto mentre lavorava, rovinando a terra e rimanendo privo di conoscenza. Sul posto arrivarono subito i soccorsi ma fu tutto inutile. Poi l'arrivo dei carabinieri e le indagini.

"Chiappara era giunto da pochi giorni al Nord per lavorare ma lui, che fino ad allora aveva svolto l’attività di pescatore in Sicilia, sarebbe stato totalmente impreparato a svolgere i lavori di rimozione di amianto, e mai era stato istruito per tali mansioni. Il tetto cedette e il 36enne andò a sbattere contro attrezzature allocate all’interno del capannone", - si legge su Estense.com.

Chiappara morì dopo due giorni di agonia. Lasciò la compagna, quattro figli minorenni, la anziana madre e cinque fratelli, tutti residenti a Palermo. "Il legale rappresentante e il capocantiere e preposto della Ser vennero inizialmente indagati per omicidio colposo, aggravato dalla violazione della normativa antinfortunistica del lavoro - si legge ancora su Estense.com - ma la Procura chiese l’archiviazione, accolta dal Gip 'sul presupposto – dicono gli avvocati Claudio Maruzzi di Ferrara, e Barbara Dicuzzo e Lea Palisidel foro di Palermo – del comportamento abnorme del ragazzo, il quale, durante i lavori, per sua colpa, si sarebbe avventurato in un tratto della copertura inidoneo a sostenere un peso umano, omettendo di agganciarsi alle linee vita, misura che, se attuata, in caso di caduta, gli avrebbe evitato di schiantarsi al suolo. Nessuna responsabilità veniva rilevata in capo alle diverse figure professionali facenti capo alle tre società coinvolte nei lavori in quota in cui è maturata la tragedia'. E 'ora, a distanza di oltre quattro anni dal tragico infortunio mortale – affermano i legali - la domanda di giustizia dei familiari del ragazzo sembra vedere la luce': il Gip di Ferrara ha infatti respinto la nuova richiesta di archiviazione formulata dalla Procura e in accoglimento dell’opposizione depositata dall’avvocato Maruzzi, ha accolto le richieste di approfondimento di indagine, consistenti nell’acquisizione di documentazione, assunzione delle testimonianze delle persone presenti sul luogo della tragedia, consulenza tecnica per accertare le dinamiche dell’infortunio mortale".

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