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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Quei soldati fucilati a freddo: massacro americano, morto a Palermo l'ultimo sopravvissuto

Giuseppe Giannola, palermitano, si è spento a 99 anni. La sua impresa divenne un simbolo dello scontro fra italiani e yankee in occasione dello sbarco americano in Sicilia

La sua impresa divenne un simbolo della grande battaglia. Lui, aiuto autista che si improvvisa fuciliere per difendere dagli angloamericani l’aeroporto di Biscari (che oggi si chiama Acate). Giuseppe Giannola, palermitano, è morto ieri a 99 anni. Era l'ultimo sopravvissuto della Strage degli Alleati del'estate del 1943, ovvero lo scontro fra italiani e yankee in occasione dello sbarco in Sicilia.

Nato a Palermo nel 1917 durante il ventennio e la seconda guerra mondiale senza essere fascista, con l'approssimarsi dell'invasione della Sicilia da parte delle truppe alleate, Giannola divenne aviere scelto della Regia Aeronautica posto a difesa del Regno d'Italia. Nel 1943 era lui a presidiare l'aeroporto di Santo Pietro nei pressi di Caltagirone. Quella vissuta da Giannola è una delle pagine più cupe della seconda guerra mondiale e riguarda gli eccidi commessi in Sicilia dalle truppe americane.

E' la sera del 13 luglio del '43, quando il palermitano, che all'epoca dei fatti aveva 26 anni, si trova col suo gruppo a far fronte all'avanzata degli americani. Dopo intensi bombardamenti, la mattina successiva l'aeroporto di Santo Pietro è accerchiato. Giannola - come si legge nella relazione fornita al Comando Aeronautica della Sicilia il 4 marzo 1947 - fa parte di uno dei gruppi che viene catturato. Il sergente Horace West fa disporre i prigionieri su due file parallele, poi spara. Il palermitano, che è al centro della prima fila, è l'unico superstite. Ha il polso fratturato da un proiettile, rialza la testa, ma un'altra fucilata lo colpisce di striscio alla testa, facendolo cadere svenuto. Si rialza ancora. Arrivano due soldati: uno dei due gli domanda se è italiano e alla risposta affermativa spara a distanza ravvicinata, trapassandolo. Un colpo secco che perfora un polmone di Giannola. Il proiettile - miracolosamente - esce dalla spalla.

L'incubo finisce, la guerra pure. Per oltre 70 anni Giuseppe Giannola ha cercato giustizia. Denuncia l'accaduto alle autorità italiane ma per ragioni di opportunità politica rimane inascoltato. Si "inventa" postino. Poi la verità storica nel 2004 viene ricostruita, grazie anche al procuratore militare di Padova, che aveva aperto un fascicolo per la storia simile di un altro sopravvissuto. Cinque anni fa Giannola viene insignito dal prefetto di Palermo dell'onorificenza di ufficiale della Repubblica Italiana. Adesso l'immortale si è spento.

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