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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il lutto

E' morto lo storico timpanista Gianni Cannioto, musica e cavalli le sue passioni

Il maestro si è spento a 87 anni dopo una malattia. E' stato fondatore della classe di strumenti a percussione del Conservatorio ma anche proprietario del trotter palermitano. Dagli spettacoli con Stravinskij alle vittorie nell'ippica con la Scuderia Ridasi

Un signore d'altri tempi con almeno due anime. E' morto a 87 anni dopo una breve malattia, Gianni Cannioto, timpanista dell'Orchestra Sinfonica Siciliana e fondatore della classe di strumenti a percussione del conservatorio di Palermo, ma anche storico proprietario del trotter palermitano. Musica e cavalli infatti sono state le più grandi passioni della sua vita fino all'ultimo.

Storico timpanista dell'Orchestra Sinfonica Siciliana, ha aperto a Palermo la prima classe di strumenti a percussione dell'intera Isola. Una fucina di talenti da cui sono transitate generazioni e generazioni di docenti e percussionisti che oggi lavorano nelle due principali orchestre della città (la Sinfonica e quella del Teatro Massimo). 

La carriera di Cannioto inizia intorno agli anni '50 come trombettista d'orchestra. Una paresi facciale, tuttavia, gli impedisce di proseguire questa strada. Ma la musica è la sua vita e, pur di continuare questa carriera, cambia strumento. Si trasferisce a Roma dove inizia a studiare strumenti a percussioni ormai da grande con il più importante maestro dei tempi, Leonida Torrebruno. Fu quella la prima classe a percussione d'Italia e lui uno dei primi diplomati del Paese in questa disciplina. 

Tornato a Palermo, dopo aver lavorato persino con Stravinskij, apre la sua cattedra all'interno dell'allora conservatorio Bellini, oggi Scarlatti, che segue fino al 1992, anno in cui va in pensione. Il buen retiro per Cannioto si trasforma però in un ritorno alle origini. Lontano dalla cattedra, ma mai dalla musica, si riavvicina al mondo dell'ippica che lo aveva già visto come protagonista intorno agli anni '60 quando per la prima volta acquistò un cavallo. Solo negli anni '90 però si dedica completamente a ciò che aveva sempre amato.

Il maestro, così come lo chiamavano, è stato così anche uno storico proprietario di cavalli dell'Ippodromo. In società con Giuseppe Pistone, e con Adolfo Grasso come guidatore, aprì la Scuderia Ridasi, dalla celebre giubba nera con striscia obliqua in bianco, rosso e verde. Tanti furono i suoi cavalli a calcare l'anello della Favorita, vincere e diventare dei veri e propri beniamini di quella generazione. Tra tutti Incredibile Bi e Otaria Effe (ma non furono da meno neppure Polanski Park e Vossignoria). Li seguì nelle loro prestazione sportive fino al '96 quando anche sul trotto calò il sipario, pure questa volta sotto gli applausi scroscianti del pubblico. 

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