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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Politeama / Via Emerico Amari

Una vita presa a morsi: è morto il signor Cibus

Francesco Giglio aveva legato per quasi mezzo secolo il suo nome allo storico ristorante di via Amari. L’imprenditore palermitano si è spento a 73 anni. Negli scorsi mesi era stato costretto a mollare e abbassare le saracinesche del locale, "oscurato" dal cantiere dell’anello ferroviario

In città, ma non solo, era conosciuto come "signor Cibus" per via dell’attività commerciale che ha guidato per quasi mezzo secolo. All'anagrafe si chiamava Francesco Giglio, l’imprenditore palermitano che al mondo della ristorazione di qualità ha legato il suo nome. Si è spento ieri dopo una breve malattia all’età di 73 anni. Un anno fa, proprio lo scorso luglio, era stato costretto a far calare il sipario su “Gusti di Sicilia - Risto Cibus”, attività leader nella promozione dei prodotti tipici della cucina siciliana. Dopo un’agonia durata 3 anni, messo in ginocchio dal cantiere dell’anello ferroviario, fu portato ad abbassare definitivamente le saracinesche dello storico locale in via Emerico Amari e inviare le lettere di licenziamento ai suoi ultimi 10 dipendenti.

Segretario di Amari Cantieri, l’associazione di commercianti e residenti che proprio in quella via svolgono le proprie attività, il signor Cibus negli ultimi anni di vita aveva documentato meticolosamente lo stato dell’arte di quei lavori che, tra ritardi infiniti e disagi, portarono anche alla chiusura della sua insegna. Era il 2016 quando, con una cartella esattoriale per il pagamento della Tarsu, si fece fotografare dinanzi ad un bidone dell’immondizia stracolmo, denunciando le inefficienze di conferimento da parte dell’amministrazione. “Questa non è la fine di un percorso ma l’inizio - afferma Francesco Raffa, presidente dell’associazione di cui lo stesso Giglio faceva parte -. Lo ricorderemo quotidianamente nelle battaglie che compiremo certi della sua vicinanza”.

Franco Giglio indossava sempre un cappello borsalino, simbolo della Palermo imprenditoriale degli anni Ottanta. “Mangiando s’impara. E' questo il motto che mi piace scandire per esprimere la filosofia che portiamo avanti da ben cinquant’anni”, diceva non molto tempo fa in occasione di un evento organizzato da Slow Food. Un ambasciatore del gusto nato nel 1945 che oggi lascia una moglie e due figli, uno dei quali, Stefano, gli è stato accanto al timone del sogno chiamato Cibus. I funerali saranno celebrati domani mattina alle 11 nella chiesa di Santo Spirito, al cimitero di Sant’Orsola.
 

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