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Cronaca

Anche Palermo piange Coccoluto: "Il re dei dj, con lui in consolle Mondello sembrava Rio"

In tanti hanno reso omaggio al "più grande di sempre". Dall'esordio al Movida alle mitiche serate del Windsurf World Festival. Nunzio Borino: "Lo vidi per la prima volta al Bier Garten, usava solo vinili: che artista". Quando venne per l'ultimo saluto all'amico Claudio Riservato

E' stato il padre di tutti i dj italiani. Un gigante del clubbing internazionale. Un’istituzione, un artista che ha infiammato le consolle di tutto il mondo con la sua musica house e anche quelle di Palermo e provincia, come accadde una notte di vent’anni fa al Movida. Perché Claudio Coccoluto era molto amato qui e in tutta la Sicilia dove spesso si è esibito. Sono moltissimi infatti oggi i palermitani che ricordano l’amico-dj morto a 59 anni per un brutto male che lo aveva colpito circa un anno fa.

Per tantissimi anni è stato il dj del Windsurf World Festival organizzato dall’Albaria. “Uno dei pochissimi fortunati a suonare nella nostra spiaggia trasformando il golfo di Mondello in una specie di Rio De Janeiro”. A raccontarlo è Daniele Travali, una delle più giovani promesse delle consolle. “La prima volta che l’ho ascoltato e conosciuto fu proprio al Movida, che adesso chiamiamo Mob, per la festa del Windsurf World Festival nel 2001 - spiega il giovane dj palermitano a PalermoToday -. E’ stato il primo artista vero che ho visto e sentito suonare. Ho desiderato di imparare a suonare dopo quella serata. Non riuscivo a togliere gli occhi dalle sue mani. Vedevo in pista gente strana con gli occhiali da sole al buio e non capivo perché. Quindi sono stato solo in silenzio accanto a lui per tutta la notte a guardarlo ‘accarezzare’ i vinili”.

Dj di statura internazionale, protagonista dell’avanguardia in consolle da oltre quarant’anni, era originario di Gaeta, in provincia di Latina, dove aveva iniziato ad appassionarsi al giradischi nel negozio di elettrodomestici del padre. “Suonava solo con i vinili e già questo diceva molto di lui e della sua visione del dj e del mondo del clubbing - spiega ancora Travali”. A fargli da eco un altro dei più apprezzati dj palermitani, Nunzio Borino: “Lo vidi suonare per la prima volta al Bier Garten - ricorda Borino - e il fatto che suonasse soltanto con i vinili la dice lunga sull’artista che era. Un amatore di quest’arte che realizzava attraverso tanta tecnica, un maestro nella pratica”.Coccoluto che, ironia della sorte, è stato anche più volte giudice a Sanremo, muore a una manciata di ore dall'inizio del Festival.

Coccoluto Palermo-2

Non appena poteva tornava a Palermo, non solo dai tanti fan che hanno amato la sua musica, ma anche dai suoi amici più cari. “Era legatissimo a questa città perché qui aveva moltissimi amici, primo tra tutti Riccardo Giordano (windsurfista olimpionico ndr) - racconta ancora Travali -. La sua popolarità a livello nazionale coincise per un po’ con gli eventi che lo hanno visto qui protagonista e non solo al Movida. Ogni volta che tornava, fosse ai Candelai, al Country, al Gatto Nero o a casa di Riccardo Giordano, perché spesso veniva a suonare in gran segreto nelle case dei suoi amici palermitani, era una festa. Noi dj siamo un po’ scaramantici. Per questo credo che vedesse Palermo come la città che gli ha portato fortuna. E fu anche questo a legarlo affettivamente a molti di noi”.

“Cocco”, così ribattezzato dagli amici più stretti, Palermo se la portava dunque nel cuore. Non è un caso che sui suoi social, uno degli ultimi post lo dedicò proprio alla città che tanto gli ha dato. E' con i suoi amici di sempre fuori dalla Tonnara Florio. E' il 2009 e Facebook gli ripropone la fotografia tra i ricordi. “Paliemmo” è la frase che accompagna la condivisione. “E’ stato un maestro, un mentore, il dj più iconico di tutti - spiega Borino -. Ci legava l’amore per la musica ma anche una profonda amicizia. E’ stato un esempio per tutti i dj. Una volta, durante un viaggio in macchina da Palermo ad Agrigento, dopo avermi regalato un suo cd, commentammo ciascun pezzo. Erano i più significativi della musica house. Mi raccontò un aneddoto per ogni traccia. Era un piacere stare con lui, sarei potuto restare ore ad ascoltarlo”.

Nel 2008 forse la sua visita in città più triste: Coccoluto non volle mancare per l’ultimo saluto a Claudio Riservato, dj come lui morto a soli 28 anni in un incidente stradale. "Cocco" lo aveva conosciuto in una delle tante discoteche che li ha visti insieme in consolle e ne diventò subito amico. Nell'ultimo periodo soffriva molto per il fatto che le discoteche, suo habitat naturale, fossero chiuse per via della pandemia e che il mondo della notte si fosse fermato. Ma ha non ha mai mostrato segni di resa. “Perché nonostante stesse male, ha cercato di dare il suo contributo fino all’ultimo. Voleva dare dignità futura a questo mondo che per tutta la sua vita è stato mal visto. Un segnale importante per le generazioni che con lui sono cresciute e che difficilmente adesso lo dimenticheranno”, conclude Travali.

Con Coccoluto finisce un’era, si chiude un cerchio per chi ha amato questo mondo. Perché la sua abilità è stata prima di tutto quella di unire generazioni diverse grazie alla musica. “L’ho visto l’ultima volta a luglio, mi chiamò a suonare all’Hotel Butterfly, una delle sue serate in un locale di Roma - conclude Borino -. Stava già male, non ho potuto dirgli di no. Per me è stato un privilegio suonare con lui ed essergli amico. Porterò sempre un pezzo di lui nella mia musica. Io non lo dimenticherò mai”. E neppure Palermo. 

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