Se ne va il "Maestro": lutto nel mondo del giornalismo, è morto Aurelio Bruno
Era considerato la memoria storica del giornalismo siciliano e il decano dei cronisti di giudiziaria. Si è spento a 93 anni. La sua carriera era iniziata nel 1940. Fu testimone vivente dei bombardamenti a Palermo, del fascismo e dell'ascesa della mafia
Lo chiamavano “cronista da marciapiede”, o più affettuosamente "maestro". Lutto nel mondo del giornalismo: si è spento a 93 anni Aurelio Bruno, considerato il decano dei cronisti palermitani di giudiziaria. Bruno era una memoria storica di fatti e misfatti siciliani. E' stato testimone vivente dei bombardamenti a Palermo, dei tumulti del luglio del 1960, dell'ascesa impetuosa della mafia e delle rivolte all'Ucciardone. Bruno seguì anche il fascismo e le vicende legate al bandito Giuliano.
La sua attività era iniziata nel giugno 1940, come giornalista di nera a “L’Ora” di Palermo. Poi il passaggio nel ‘47 all’Agenzia giornalistica siciliana, quindi “Mattino di Sicilia”, “Gazzettino di Sicilia”, la Rai, il passaggio alla redazione palermitana dell’Ansa, fino all'approdo alla Sicilia di Catania, e nel 1976 il ritorno da redattore alla Rai. Si dice che fu l'ultimo giornalista palermitano a circolare soltanto a piedi, arrivando per primo sul posto del delitto. Fiuto, passione, memoria. Bruno era stato anche nominato cavaliere della Repubblica: ennesimo riconoscimento all'interno di una lunghissima carriera. I funerali oggi alle 12 nella chiesa del cimitero di Sant'Orsola.
"Nel 2004, tra i primi adempimenti del Gruppo siciliano appena costituito - ha dichiarato il vice-presidente nazionale dell'Unci, Leone Zingales - decidemmo di conferirgli la tessera di cronista onorario. Ci ringraziò e si emozionò fino alle lacrime. Con Aurelio Bruno scompare un cronista di razza, della vecchia scuola. Non lo dimenticheremo mai".