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Cronaca

Morto a 92 anni il giudice Alfonso Giordano, fu lui a presiedere il Maxiprocesso a Cosa nostra

Il magistrato si è spento oggi pomeriggio. A darne notizia il figlio Stefano, avvocato, con un post su Facebook. Una figura simbolo della lotta alla mafia: accettò l'incarico per gestire il dibattimento nell'aula bunker dell'Ucciardone dopo che ben 10 colleghi l'avevano rifiutato ed emise il primo storico verdetto contro boss e picciotti

Nessuno voleva presiedere quel processo che poi avrebbe cambiato per sempre la storia della lotta alla mafia. Furono ben dieci i magistrati che rifiutarono l'incarico, ma lui, Alfonso Giordano, per quanto fosse stato nominato soltanto da pochi mesi in Corte d'Assise, non ebbe esitazioni: accettò di presidere il Maxiprocesso. Seppe tenere testa alle provocazioni e alle minacce neanche troppo velate che arrivavano dai boss chiusi nelle gabbie dell'aula bunker dell'Ucciardone, costruita proprio per quel dibattimento. Non lo fermò neanche un problema alla vista. Oggi, quell'uomo piccolo di statura, ma grandissimo per la storia della Sicilia e di tutto il Paese, si è spento. Aveva 92 anni.

Giordano era entrato in magistratura nel 1952 ed arrivò a Palermo da sostituto procuratore nel 1960. Diventò anche docente di Diritto privato alla facoltà di Scienze politiche dell'università di Palermo. E' con il Maxiprocesso, quello in cui finalmente per la prima volta venne riconosciuta l'esistenza di Cosa nostra e vennero inflitte pesantissime condanne a boss e gregari tra i più pericolosi, che - grazie anche alle riprese televisive - diventò noto all'opinione pubblica, un simbolo. Ci vollero ore a Giordano per leggere quello storico dispositivo, che ha poi retto fino alla Cassazione.

Il giudice aveva concluso la sua carriera di magistrato alla Corte d'Appello di Palermo ed era poi diventato presidente onorario aggiunto della Cassazione, oltre a ricevere il titolo di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana.

Alfonso Giordano e quel suo ricordo di Falcone 

A dare il triste annuncio della morte di Giordano è stato suo figlio Stefano, avvocato, con un post su Facebook: "Oggi alle 13.30 il presidente Alfonso Giordano è tornato serenamente alla casa del Padre. Le esequie si svolgeranno in forma strettamente privata". Poco più di due mesi fa, il 10 maggio, se n'era andata all'improvviso a 69 anni, un'altra figura storica legata al Maxiprocesso, quella di Vincenzo Mineo, cancelliere dell'ufficio istruzione del tribunale, che curò tutta la sicurezza durante il dibattimento.

Le reazioni

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, appresa la dolorosa notizia della scomparsa del presidente Alfonso Giordano, "partecipa al dolore dei familiari e della magistratura italiana, ricordando il suo straordinario impegno di magistrato e di presidente del Maxiprocesso contro la criminalità mafiosa, iniziato il 10 febbraio 1986. Il nome del presidente Giordano resta indimenticabile e scritto nella storia di liberazione del nostro Paese e della nostra città dalla criminale ipoteca della mafia e dal suo sistema di potere affaristico e politico".

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