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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Morì in mare dilaniato dall'elica di un gommone, assolto l'amico che era alla guida

Il 3 agosto del 2011 Emanuel Lo Monaco guidava l'imbarcazione dalla quale cadde Paolo Baglione. Non si è trattato di omicidio colposo, ma di un tragico incidente nel mare di Mondello

Non fu colpa dell’amico. Paolo Baglione, 22 anni, morì nel mare di Mondello, maciullato dall’elica di un gommone, per un tragico incidente. Lo ha stabilito il giudice della quinta sezione monocratica del tribunale, Claudia Rosini, che ha deciso di assolvere dall’accusa di omicidio colposo Emanuel Lo Monaco, 26 anni, che il 3 agosto del 2011 guidava l’imbarcazione dalla quale era caduto Baglione. Il pm aveva chiesto per l’imputato una condanna a sei mesi.

Baglione, che assieme alla famiglia, originaria di Ballarò, si era da tempo trasferito in Belgio, l’estate di cinque anni fa era tornato a Palermo per le vacanze. Il 3 agosto, con il padre e diversi amici, aveva deciso di affittare due gommoni per una gita tra l’Addaura, Mondello e Capo Gallo. Ad un certo punto, però – e secondo la Procura per una brusca virata – era caduto in acqua ed era finito sotto l’elica dell’imbarcazione senza che nessuno dei suoi cari, compreso suo padre che era sull’altro gommone, potesse fare nulla per lui.

Per l’accusa, quel giorno le condizioni del mare non sarebbero state delle migliori e Lo Monaco, che guidava il natante sul quale si trovava Baglione, non solo non avrebbe garantito la sicurezza dei passeggeri, ma non aveva neppure la patente nautica. Il motore del gommone, peraltro, sarebbe stato modificato in modo da renderlo più potente. Per il pm, dunque, sarebbe stato Lo Monaco il responsabile della morte dell’amico.

Gli avvocati Filippo Gallina e Carmelo Ferrara, che difendono l’imputato, hanno invece dimostrato che il 3 agosto di quell’anno a Mondello le condizioni del mare sarebbero state ottimali e che Lo Monaco non avrebbe compromesso la sicurezza degli altri passeggeri (sono stati loro stessi, sentiti come testimoni, a riferirlo in aula al giudice). Non solo: per quel tipo di natante la patente nautica non è richiesta al di sotto di una certa cilindrata. Se è vero che il motore sarebbe stato potenziato, gli accertamenti – questo hanno affermato gli avvocati – non hanno dimostrato di quanto fosse variata la cilindrata. Per la difesa, Baglione avrebbe perso fatalmente l’equilibrio mentre era sul gommone, senza la responsabilità di Lo Monaco. Una tesi che il giudice ha accolto in pieno, scagionando così l’imputato.
 

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