Studente morto in palestra, tre rinviati a giudizio per omicidio colposo
Giuseppe Lena, 20 anni, si era accasciato mentre stava partecipando ad una lezione di arti marziali in palestra. Tra gli indagati c'è anche il proprietario della struttura. Era il dicembre del 2013: inizialmente si era pensato a un malore, poi la svolta
Si era improvvisamente accasciato mentre si stava allenando in palestra. E' morto così Giuseppe Lena, studente di 20 anni della facoltà di Medicina, durante una lezione di arti marziali. Con l'accusa di omicidio colposo - a distanza di quasi due anni - il gup di Palermo Giangaspare Camerini ha rinviato a giudizio Giuseppe Chiarello, palermitano di 40 anni, Roberto Lanza, messinese di 27 anni e Giuseppe Di Paola, palermitano di 59 anni e proprietario della palestra di via Stazzone, la New Center Body System.
La vita di Giuseppe Lena si era fermata così. Giunto al Civico, gli fu diagnosticato subito un edema cerebrale ed era entrato in coma. Tre giorni di agonia, poi la morte e le indagini. Era il 13 dicembre del 2013. Inizialmente si parla di "malore" seguito alla caduta, ma l'esame autoptico eseguito dal professor Paolo Procaccianti ha poi rivelato che il ragazzo aveva avuto un forte trauma cranico. Il referto parla di "danno ipossico-ischemico emorragico" causato "da un corpo contundente". Oggi al Palazzo di Giustizia si è svolta l'udienza preliminare.
Secondo le indagini della Procura quel 10 dicembre di due anni fa, Lanza e Chiarello si stavano allenando con Giuseppe Lena. Poi è successo qualcosa. "Un malore", a detta degli indagati. Una versione che non ha mai convinto i familiari. Fino alla svolta recente. "Sono state dette delle cose dai titolari della palestra a cui non abbiamo mai creduto - ha detto recentemente la mamma di Giuseppe Lena. E' anche emerso che la palestra non aveva l'autorizzazione per eseguire quel tipo di arti marziali che faceva Giuseppe. Vogliamo giustizia".
