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Cronaca

Morì col bimbo appena partorito alla clinica Candela, chiesto il processo per tre ginecologi

La Procura invoca il rinvio a giudizio per l'omicidio colposo di Candida Giammona e del figlioletto, avvenuti subito dopo un parto cesareo d'urgenza la sera del 31 gennaio dell'anno scorso. Per un quarto medico è pendente invece la richiesta di archiviazione

E' passato quasi un anno da quando, il 31 gennaio, Candida Giammona, 39 anni, morì assieme al figlio che aveva appena partorito alla clinica Candela. Due decessi per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di tre medici della struttura sanitaria: si tratta dei ginecologi Laura Carlino, Salvatore Bevilacqua e Maria Genova. Per un quarto indagato, il chirurgo Giovanni Spinnato, è invece pendente davanti al gip la richiesta di archiviazione.

Una storia terribile quella donna, già madre di una bimba, nata peraltro sempre alla Candela. La sua gravidanza non avrebbe destato alcuna preoccupazione prima di quella sera, ma qualcosa - che la clinica ha definito da subito "imprevisto ed imprevedibile" - sarebbe andato storto durante il parto, un cesareo d'urgenza, dopo il quale la vittima assieme al bambino appena nato era stata trasportata d'urgenza al Buccheri La Ferla, nel tentativo disperato di salvarli entrambi.

L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Giorgia Righi. L'autopsia, eseguita dai medici legali Stefania Zerbo, Emiliano Maresi e Antonio Luciani, avrebbe stabilito - in estrema sintesi - che se il parto cesareo fosse stato compiuto prima, madre e figlio avrebbero potuto salvarsi. Inoltre, se la paziente dopo le gravi complicazioni fosse stata sottoposta ad un'isterectomia (ovvero l'asportazione dell'utero) avrebbe potuto sopravvivere almeno lei. Per questo la Procura ha deciso di procedere per omicidio colposo, ritenendo che i decessi sarebbero frutto di un errore medico e che se i sanitari avessero operato correttamente il peggio avrebbe potuto essere evitato.

La clinica Candela e gli indagati hanno nominato dei loro consulenti, che confutano questa ricostruzione dei fatti. Subito dopo la tragedia, l'avvocato Massimo Cocilovo, consigliere di amministrazione della struttura, aveva spiegato che "il personale sanitario ha fatto tutto il possibile per salvare la vita della paziente e del neonato, i cui decessi si ritiene siano stati determinati da un evento imprevisto ed imprevedibile e si affida, con piena fiducia, alle verifiche che la magistratura ritetrrà di fare. Siamo partecipi del dolore dei famigliari della signora Candida Giammona - aveva concluso - per la tragedia che stanno vivendo".

Adesso sarà fissata l'udienza preliminare e sarà il giudice a decidere se sussistano gli elementi per processare i tre ginecologi, accogliendo eventualmente la richiesta dei pubblici ministeri.

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