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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

La mamma morta col figlio appena nato: rinviati a giudizio tre ginecologi della clinica Candela

Per gli imputati il processo inizierà a giugno. Sono accusati di omicidio colposo per il decesso di Candida Giammona e del bimbo che aveva appena partorito il 31 gennaio dell'anno scorso

A poco più di un anno dalla morte di Candida Giammona, 39 anni, e del figlio appena nato alla clinica Candela, il gup Lorenzo Jannelli, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Giorgia Righi, ha deciso di rinviare a giudizio tre ginecologi: Laura Carlino, Salvatore Bevilacqua e Maria Genova. Sono tutti accusati di omicidio colposo e il processo - in cui la famiglia delle vittime è parte civile - inizierà a giugno davanti al tribunale monocratico.

La donna, già madre di una bambina (nata sempre alla Candela), secondo l'accusa, non sarebbe stata seguita adeguatamente. La sua gravidanza non avrebbe destato alcuna preoccupazione, ma non era sopravvissuta al parto - un cesareo d'urgenza - e neppure il neonato ce l'aveva fatta. Inutile il trasporto di entrambi al Buccheri La Ferla, nel tentativo disperato di salvarli quel 31 gennaio dell'anno scorso.

La Procura aveva aperto un fasicolo sul caso (per un quarto medico è pendente la richiesta di archiviazione) e dall'autopsia eseguita dai medici legali Stefania Zerbo, Emiliano Maresi e Antonio Luciani, avrebbe stabilito - in estrema sintesi - che se il parto cesareo fosse stato compiuto prima, madre e figlio avrebbero potuto invece sopravvivere. Inoltre, se la paziente dopo le gravi complicazioni fosse stata sottoposta ad un'isterectomia (ovvero l'asportazione dell'utero) avrebbe potuto salvarsi almeno lei. Per questo gli inquirenti ritengono che i decessi sarebbero frutto di un errore medico e che se i sanitari avessero operato correttamente il peggio avrebbe potuto essere evitato. Una ricostruzione che ora ha passato anche il vaglio del giudice che, al termine dell'udienza preliminare, ha rinviato a giudizio i tre ginecologi.

La clinica Candela e gli imputati hanno nominato dei loro consulenti, che confutano questa ricostruzione dei fatti. Subito dopo la tragedia, l'avvocato Massimo Cocilovo, consigliere di amministrazione della struttura, aveva spiegato che "il personale sanitario ha fatto tutto il possibile per salvare la vita della paziente e del neonato, i cui decessi si ritiene siano stati determinati da un evento imprevisto ed imprevedibile e si affida, con piena fiducia, alle verifiche che la magistratura ritetrrà di fare. Siamo partecipi del dolore dei famigliari della signora Candida Giammona - aveva concluso - per la tragedia che stanno vivendo".

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