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Cronaca

Morte Calisto Tanzi, Mannino: "Nel '92 concesse più volte il suo aereo privato a Giovanni Falcone"

La rivelazione dell'ex ministro dopo la morte del fondatore di Parmalat: "Il volo offerto da Tanzi servì, e non poche volte, a far viaggiare il giudice sulla rotta Roma-Palermo"

“Ho un debito con Calisto Tanzi che devo oggi rivelare: tra il ‘91 ed il ‘92 alcune volte il Cavaliere del lavoro ha concesso l’uso del suo aereo personale per una utilizzazione richiesta da me. Quando il Procuratore della Repubblica di Parma, sottoponendomi ad interrogatorio come persona informata dei fatti, me ne chiese ragione, avendo notato che tra le sue mani aveva i fogli di viaggio, risposi, chiedendo a mia volta, al signor Procuratore del perché mi facesse questa domanda avendo accertato il nome dei passeggeri del volo. Egli mi rispose con un sorriso appena accennato. Il nome era quello del dottor Giovanni Falcone. Il volo offerto da Tanzi servì, e non poche volte, a far viaggiare sulla rotta Roma-Palermo il dottor Giovanni Falcone”. Lo rivela all'Adnkronos l'ex ministro Calogero Mannino, commentando la morte di Calisto Tanzi.

“Altri politici tra cui un Presidente della Repubblica sono stati condannati a rimborsare le spese (a vantaggio della liquidazione aziendale) per il beneficio di qualche volo. Ho ringraziato il signor Procuratore - dice ancora Mannino - Oggi ringrazio Calisto Tanzi, alla cui memoria rendo il tributo d’onore che merita”.

E poi aggiunge: "Scompare con Calisto Tanzi una grande figura di imprenditore del tipo degli uomini 'di buona volontà' che pur partendo da limiti di origine della organizzazione imprenditoriale hanno saputo creare grandi imprese non già e non soltanto per l’ampiezza delle dimensione ma per il contenuto di carattere innovativo in forza di moderne concezioni proprie della scienza applicata a produzioni di tipo naturale e tradizionale e per la capacità di organizzare sistemi logistici molto efficienti e soprattutto innovativi”.

“Calisto Tanzi è stato questo. E’ caduto nelle maglie di un sistema bancario e finanziario che proprio negli anni 80/90 avrebbe dovuto assistere e guidare (e non gestire con ristrette metodologie delle banche che andavano anch’esse a concludere il loro ciclo) - dice Mannino - E’ caduto perché il sistema politico, anche la parte che egli aveva apertamente sostenuto, non ha saputo né potuto forse difenderlo, come in ogni logica di rapporto politica-impresa economica”.

“La validità dell’impresa Tanzi è privata da una liquidazione che ha coperto larga parte dell’esposizione debitoria, dimostrandone perciò l’artificio arbitrario, ed oggi l’impresa straniera (non italiana) che ha rilevato Parmalat (marchio di notoria ed efficiente rilevanza internazionale) si finanzia con la cassa di Parmalat - aggiunge l’ex ministro -. Tanzi era un onesto provinciale che non ha saputo elevarsi a brigante della finanza. Ed è stato processato, condannato ed emarginato”.

fonte Adnkronos

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