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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Morì per un'infezione dopo due interventi a Villa Sofia", assolti Matteo Tutino ed altri 4 medici

Secondo il tribunale non vi furono responsabilità dei sanitari in relazione al decesso di Giovanna Mesia, 68 anni, che fu sottoposta a due operazioni nell'ospedale in seguito ad un incidente stradale. La donna era spirata il 6 gennaio del 2015 per setticemia. Il processo sarebbe caduto in prescrizione a novembre

Morì per setticemia poco più di un mese dopo essere stata operata per ben due volte a Villa Sofia, ma - secondo il giudice della quarta sezione del tribunale monocratico, Sergio Ziino - nessuna responsabilità sarebbe da attribuire ai sanitari che la ebbero in cura, tra cui Matteo Tutino, chirurgo plastico nonché medico di fiducia dell'ex presidente della Regione, Rosario Crocetta. Tutino (difeso dall'avvocato Cinzia Calafiore), assieme ad altri quattro colleghi, è stato infatti assolto dall'accusa di omicidio colposo in relazione al decesso di una pensionata di 68 anni, Giovanna Mesia, che risale al 6 gennaio del 2015. Il verdetto è arrivato a poche settimane dalla prescrizione.

Nello specifico, il giudice ha scagionato anche un altro chirurgo plastico, Francesco Mazzola, l'ortopedico Massimiliano Mosca, Giuseppe Lo Baido e Daniela Bagnasco, pure loro chirurghi plastici, che sono rispettivamente difesi dagli avvocati Giuseppe Gerbino, Fabiana Li Puma, Massimo Motisi e Giovanni Di Benedetto. La Procura aveva chiesto invece condanne a un anno ciascuno per Tutino e Mazzola e a sei mesi per gli altri imputati. Un altro medico, Claudio Castellano, che è stato processato con l'abbreviato, è stato assolto da tempo.

Giovanna Mesia era arrivata a Villa Sofia dopo un incidente stradale il 28 ottobre del 2014 e fu proprio Castellano ad operarla per una frattura alla tibia, per la quale era stato necessario l'innesto di una placca. La paziente era stata dimessa e, secondo la Procura, Mosca e Mazzola non avrebbero tenuto conto che avrebbe avuto ancora la febbre e pure una necrosi alla gamba sinistra. I medici non avrebbero poi fatto altri accertamenti, per l'accusa, e così non si sarebbero accorti dell'infezione che aveva successivamente provocato il decesso della pensionata.

Il 17 novembre, la donna sarebbe stata poi visitata e medicata a domicilio per una piaga da decubito da Mazzola, che avrebbe - sempre in base alla ricostruzione della Procura - sbagliato la terapia. Infine il 28 novembre del 2014, la paziente era stata nuovamente ricoverata a Villa Sofia ed era stata operata stavolta da Tutino, Castellano, Lo Baido e Bagnasco che avrebbero rimosso la pelle in necrosi "sbagliando - aveva scritto il pm - la scelta della terapia in un arto in cancrena", quando ci sarebbe stata la "necessità di asportare tutto il tessuto necrotico fino al piano muscolare" e sarebbe stata pure "omessa la rimozione dei mezzi di osteosintesi". La pensionata era poi deceduta il 6 gennaio del 2015.

Il processo sarebbe caduto in prescrizione a novembre, ma il giudice oggi ha deciso di assolvere tutti i medici imputati, ritenendo che avrebbero operato correttamente e che la morte della paziente non sarebbe avvenuta per delle loro negligenze. 

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