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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Processo Lembo, chiesti 4 anni e 6 mesi per ex primario Policlinico

Nuova udienza del processo per la morte di Valeria Lembo, uccisa da una dose fatale di medicinale chemioterapico nel 2011 mentre era in cura nel nosocomio cittadino. La richiesta è arrivata al termine della requisitoria dei pm Emanuele Ravaglioli e Francesco Grassi

Quattro anni e sei mesi di reclusione. E' questa la richiesta formulata dalla procura a carico di Sergio Palmeri, ex primario del reparto di Oncologia del Policlinico. Il medico è alla sbarra per la morte di Valeria Lembo, la giovane mamma morta nel 2011 per un'overdose di farmaci chemioterapici mentre era in cura presso il nosocomio.

Alla donna di 34 anni venne somministrata una dose di 90 milligrammi di vinblastina, invece di 9 milligrammi. Una dose letale che l'ha uccisa a tre settimane di distanza. Il medico è accusato di omicidio colposo, ma anche di avere anche tentato di falsificare la cartella clinica. Alla sbarra, con l'ex primario, anche l'oncologa Laura Di Noto, per la quale è stata chiesta la stessa pena: quattro anni e mezzo per omicidio colposo e tre mesi per il reato di falso. Per lo specializzando Alberto Bongiovanni, la procura ha chiesto sempre la pena a quattro anni e mezzi per omicidio colposo e 3 mesi per falso, mentre un anno di reclusione è stato chiesto per lo studente di Medicina Gioacchino Mancuso e tre anni di carcere per due infermiere: Clotilde Guarnaccia ed Elena D'Emma.

La richiesta è arrivata al termine della requisitoria dei pm Emanuele Ravaglioli e Francesco Grassi. Nel corso del processo, udienza dopo udienza, si sono susseguite le testimonianze dei familiari della donna e quelle dei medici. Secondo quanto emerso nel dibattimento, sarebbe stato un doppio errore a mettere fine alla vita di Valeria Lembo, morta il 29 dicembre del 2011 per un'overdose di chemioterapici. Tre settimane prima, il 7 dicembre, al posto di nove milligrammi di vinblastina, una molecola chemioterapica usata per combattere il morbo di Hodgkin, ne furono somministrati 90. Ma già il 23 novembre la cartella clinica presentava lo stesso errore, anche se la dose somministrata effettivamente fu quella giusta. I medici avrebbero avuto, quindi, 15 giorni di tempo per accorgersi dell'errore. A raccontarlo in aula è stato uno dei medici coinvolti, Laura Di Noto, che ha più volte sostenuto che il primario sapeva dell'errore. Palmeri però ha sempre negato le accuse.

La prossima udienza è stata fissata per il 27 ottobre. Sarà la volta dell'avvocato Marco Cammarata, che assiste i familiari di Valeria Lembo che si sono costituiti parte civile. Poi, sarà la volta dei difensori degli imputati.

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