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Cronaca Tribunali-Castellammare / Via Schiavuzzo

Sbloccato il cellulare della piccola Antonella: "Nessun video", resta il mistero sulla sua morte

Le verifiche informatiche sono alle prime battute, ma non sarebbe stato trovato il filmato degli ultimi istanti della bimba della Kalsa. Più difficile ricostruire l'accaduto. Resta in piedi l'ipotesi della sfida di resistenza all'asfissia: potrebbe aver preso spunto dal web, lo dirà l'analisi della cronologia

Il telefonino della piccola Antonella Sicomero, ritrovata con una cintura al collo la sera del 20 gennaio nel bagno della sua casa di via Schiavuzzo, alla Kalsa, è stato sbloccato. Ma dai primissimi accertamenti, ciò che tutti si aspettavano di trovare - ovvero il terribile video che ritraesse gli ultimi istanti prima della morte - non c'è. Sarebbe stato un dato importante per capire con precisione cosa stesse facendo la piccola di 10 anni e chiarire quindi i contorni della vicenda.

Le verifiche informatiche sono solo alle prime battute e servirà del tempo per controllare anche la cronologia dei siti visitati dalla bambina, nonché il suo traffico telefonico. E' presto quindi per fare ipotesi e l'indagine per istigazione al suicidio, coordinata dal procuratore aggiunto Laura Vaccaro e dai sostituti Ludovica D'Alessio e Maria Bambino, assieme alla Procura dei minorenni, guidata da Massimo Russo, prosegue.

Antonella Sicomero, nonostante fosse così piccola, aveva almeno tre profili su Facebook e un account anche su TikTok. Vista la sua facilità ad utilizzare il cellulare, internet e anche i social, in base alla prima ricostruzione della polizia, si è ipotizzato che la piccola stesse partecipando (o volesse partecipare) ad una black challenge. In particolare ad un'assurda sfida che prevede una prova di resistenza proprio all'asfissia. Dalle prime verifiche informatiche, però, questo dato non sarebbe emerso.

Questo tuttavia non esclude che nelle settimane o nei mesi scorsi la bambina, navigando su internet, possa essere incappata (o abbia cercato) questo genere di gare, particolarmente pericolose e in diversi casi fatali, e possa aver pensato di provare anche lei. Occorrerà verificare la cronologia della sua navigazione in rete per scoprirlo. Ed è un'operazione lunga e complessa.

L'istigazione al suicidio si configurerebbe se si trovasse traccia di uno scambio (per chat, video, messaggio ecc.) con qualcuno che abbia invitato la bambina a fare la sfida. Dalle prime sommarie analisi sul traffico del cellulare non sarebbe emerso neppure questo dato, però. Ma un contatto video, per esempio, potrebbe non risultare nelle varie chat e solo facendo approfondimenti si potrebbero avere dei riscontri in questo senso.


 

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