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Cronaca

"Non ha abusato della figliastra dodicenne", imprenditore assolto dopo sette anni

La denuncia nel 2012, presentata dal padre della ragazzina. Le molestie erano state confermate dalla piccola. Il pm aveva chiesto 7 anni, ma per il giudice "il fatto non sussiste". La madre della presunta vittima ha sempre difeso il compagno

Secondo il giudice non ha molestato la figliastra. E' finito con un'assoluzione il processo nei confronti di un imprenditore di 64 anni accusato di aver abusato della figlia dodicenne (all'epoca dei fatti) della compagna. La richiesta del pm era stata di 7 anni e 2 mesi. Ma per il giudice della seconda sezione penale del tribunale di Palermo, sulla scorta degli elementi acquisiti durante un lungo processo, "il fatto non sussiste”.

Si è conclusa così la vicenda che ha segnato l’esistenza dell'imprenditore travolto dalla denuncia presentata a ottobre del 2012 dal padre di una ragazzina, la figlia della sua compagna. A difenderlo l’avvocato Emanuele Sandro Carcione: “Alla requisitoria del pubblico ministero - dice a PalermoToday - il mio assistito stava quasi per collassare in aula ma con un filo di voce mi ha detto di non chiedere la sospensione dell’udienza. Alla sentenza del giudice invece mi ha abbracciato piangendo per la gioia”.

Due mesi dopo la denuncia la presunta vittima degli abusi è stata ascoltata dalle forze dell’ordine. “In quell'occasione - ricostruisce l’avvocato Carcione - la minore ha reso alcune dichiarazioni accusatorie che si ponevano in contrasto con quelle rese dal padre nella denuncia sporta appena due mesi prima. Durante due incidenti probatori sono stati sentiti la minore e il perito nominato dal giudice per l’udienza preliminare. La prima ha fatto ulteriori accuse tra le quali quella di avere subito abusi a giorni alterni, anche quando la madre si trovava in casa. Affermazioni apparse inverosimili dato che il mio assistito in quel periodo restava a Bagheria solo nel weekend perché andava spesso a Milano per questioni di lavoro”.

Nel processo è confluita la perizia di un consulente che secondo l’avvocato Carcione non avrebbe “tenuto in conto le linee guida e i protocolli che regolano la materia, senza neanche documentare la propria attività”. L’altro aspetto rilevante ha riguardato le dichiarazioni dei testi indicati dall’accusa che avrebbero confermato di essere venuti a conoscenza di questa vicenda tramite le dichiarazioni fatte dalla minore. “E non avrebbero mai notato nulla di strano, nessun comportamento anomalo né segnalazioni - aggiunge l’avvocato - da parte della scuola. Solo una teste, una coetanea della presunta vittima, ha detto di avere sospettato qualcosa ma alla fine ha riferito fatti che la stessa persona offesa aveva negato”.

Fra i testi chiamati dalla difesa c’era anche la madre che ha smentito la figlia (con la quale viveva) punto su punto, decidendo fino ad oggi di restare accanto al suo compagno senza mai dubitare che potesse essere capace di qualcosa del genere. “Nel corso del processo - conclude l’avvocato Carcione - non abbiamo neanche richiesto una perizia ginecologica perché la minorenne ha raccontato che le violenze sessuali erano consistite in atti masturbatori, dunque l’esame non avrebbe potuto chiarire nulla. Finalmente questa vicenda si è conclusa in maniera positiva e la ragazza, adesso maggiorenne, si è trasferita dal padre, ha ripreso gli studi, si è fidanzata e viaggia”.

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