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Cronaca Brancaccio

Dopo 10 anni a Palermo ora rischia l'espulsione, Biagio Conte in digiuno per aiutare Paul

Un ospite della Missione Speranza e Carità ha ricevuto l'ordine di lasciare il Paese. Il missionario laico: "Si è reso sempre amico di tutti. Non è un delinquente. E' un disperato. In 10 anni di permanenza nell'Italia non ha mai commesso un reato. È una persona giusta"

Da dieci anni Paul è ospite della Missione Speranza e Carità di Biagio Conte, da dieci anni lavora come idraulico e aiuta il prossimo come può. Adesso però gli è stato notificato un decreto di espulsione. Deve lasciare Palermo, diventata ormai la sua città, e l'Italia. Il missionario laico però non ci sta e ha iniziato lo sciopero della fame per difendere il suo fratello che viene da lontano: "Ha sempre vissuto con grande spirito di servizio, di generosità e di onestà".

"Una grande ingiustizia si sta compiendo - dicono dalla Missione raccontando la storia di Paul - Vive in Missione da oltre 10 anni  con grande spirito di servizio, di generosità e di onestà. In Africa, nel suo paese di origine, era un idraulico e a Palermo ha donato il suo servizio a tutti i fratelli della Missione. Ha riparato impianti idraulici abbandonati all'incuria da decenni, ha aiutato tanti fratelli italiani e stranieri che dormivano per strada. Ha riparato i bagni della grande casa che è la Missione. Si è reso sempre amico di tutti. Adesso un provvedimento che non capiamo vorrebbe espellerlo dall'Italia".

Paul deve recarsi al commissariato di Brancaccio "come uno che ha commesso un reato - dicono dalla Missione -. Fratel Biagio gli starà accanto a tutti i costi". Biagio Conte si è fermato proprio nel luogo dove è stato ucciso padre Puglisi e lancia un appello per aiutare Paul: "Non lo ammanettate! Non lo arrestate! Non lo rimpatriate! Attenzione! Non è un delinquente. È un disperato. In 10 anni di permanenza nell'Italia non ha mai commesso un reato. È una persona giusta. Non potete condannare un giusto. Questa ingiustizia ritornerà male per tutta la nostra società. Lancio un disperato appello. Chiedo aiuto al nostro Papa Francesco. Chiedo aiuto al nostro presidente della Repubblica. Chiedo aiuto al nostro sindaco di Palermo. Chiedo aiuto ai sindaci d'Italia. Chiedo aiuto al presidente della Regione. Chiedo aiuto a tutte le regioni d'Italia. Chiedo aiuto al prefetto di Palermo e al giudice di pace. Chiedo aiuto al questore di Palermo. Chiedo aiuto al nostro vescovo di Palermo e a tutti i vescovi. Chiedo aiuto alle parrocchie e a tutti i sacerdoti. Chiedo aiuto alle missioni e alle associazioni. Chiedo aiuto a tutti i cittadini italiani. Chiedo aiuto a tutti i popoli".

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