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Cronaca

Messa di Natale, il monito dell'arcivescovo: "Basta egoismi e individualismi"

Durante la sua omelia, in una cattedrale stracolma, don Corrado Lorefice è tornato a chiedere la pace per l'Ucraina: "No all'indifferenza e agli attentati alla vita"

"Siamo tutti consapevoli che facciamo memoria di un fatto che accade ancora, spesso ahimè, sotto i nostri occhi. Quante volte i media riportano la notizia e le immagini di bambini nati mentre una madre attraversa il Mediterraneo su un barcone stracolmo di migranti? Quante volte abbiamo sentito e continuiamo a sentire che una donna è costretta a vivere la gioia della maternità all'addiaccio, ristretta in un campo di profughi, in un alloggio di fortuna, bloccata alle frontiere innevate dell'Europa civilmente e culturalmente evoluta? O di una ragazzina palermitana che dà alla luce un bambino nascosta in un anfratto delle nostre periferie urbane ed esistenziali? Quanta indifferenza, quanta opposizione, quanti attentati alla vita, nel suo sorgere, nel suo sviluppo e nel suo declino".

Lo ha detto l'arcivescovo Corrado Lorefice nella sua omelia per il Natale. In una cattedrale stracolma, don Corrado è tornato a chiedere la pace per l'Ucraina: "Osserviamo sempre più case a scompartimenti stagni, strette nell'individualismo, nel singolarismo, nei nazionalismi, nelle aggressive rivendicazioni identitarie, ideologiche, etiche, religiose, politiche, sempre più campo di battaglia e teatro di follie narcisistiche e omicide. Basti pensare ai protagonisti dell'aberrante guerra russo-ucraina che toglie sulla terra pace agli uomini".

Nel pontificale, monsignor Lorefice ha sottolineato che "il Natale non è fatto per suscitare un'emotività passeggera" ma "vuole suscitare la nostra passione perché rivela il carattere passionale della Natività di Gesù: Dio è amore, è accoglienza, è incontro, è abbraccio, è ricerca e dono d’amore. Dio si annienta, pur di accogliere, si abbassa pur di elevare, muore pur di dare vita. A differenza degli uomini dotti e potenti, le creature umili, i poveri e i disprezzati lo riconoscono unico Signore qui sulla terra, i pastori detestati e gli animali fetidi da essi accuditi. I primi che hanno accolto e creduto alla Parola, dopo Maria, sono i pastori con i loro greggi e armenti".

"Questo Bambino - come ha assicurato stanotte l’angelo - è il figlio che solo Dio può darci. Non corrisponde a nessuna propaganda, criterio o pianificazione umana, neanche ai codificati criteri sacrali", ha concluso Lorefice.

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