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Cronaca

"Non sono pilotate da Cosa nostra", dissequestrate due aziende del mercato ortofrutticolo

La SpecialFrutta e la Fattoria Ferla nel 2014 erano state sequestrate per decisione della sezione misure di prevenzione del Tribunale presieduta allora da Silvana Saguto

Erano finite sotto sequestro per il sospetto che dietro, a muovere le fila, ci fosse Cosa nostra. Oggi lo stesso tribunale, ma di nuova compagine, ne dispone il dissequestro. Non è una storia di mafia quella che ha visto coinvolte la SpecialFrutta e la Fattoria Ferla, due società del Mercato Ortofrutticolo che nel 2014, per una decisione della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo presieduta allora da Silvana Saguto, furono messe sotto sequestro nella convinzione che i soci fossero in realtà prestanome di Pierino La Fata, considerato dagli uomini della direzione investigativa antimafia di Palermo vicino a Cosa nostra.
 
Oggi, a distanza di più di tre anni, scanditi dalla messa in liquidazione di una delle due società e dal licenziamento di 19 dipendenti, il tribunale di Palermo Sezione Misure di Prevenzione presieduta da Raffaele Malizia, ne dispone il dissequestro e la restituzione. Nessun altro, se non i quattro soci - Leonarda D’India, Mario Alfredo D'Agati, Giuseppe Brucia e Giorgio La Scala - dunque, era titolare di fatto dello stand, già di proprietà della famiglia Argano all’interno del mercato di via Montepellegrino, anzi. La difesa degli avvocati Maria Grazia Leonardi e Giovanni Rizzuti ha dimostrato, infatti, come le due società fossero di fatto collegate allo stesso nucleo familiare (Argano) e totalmente estranee a Pierino La Fata.

È il 2014 quando il Tribunale di Palermo sottopone a sequestro le quote sociali della SpecialFrutta appartenuta quindici anni prima a Pierino La Fata, ma di fatto ceduta nel 1980. Ed è sempre nel 2014 che Roberto Nicola Santangelo, amministratore giudiziario del cerchio magico dell’ex presidente Saguto, porta all’attenzione del giudice la storia della Fattoria Ferla, vicina di stand della prima, trainata nel sequestro preventivo per “scrupolo”. Si è creduto, infatti, che il presidente della cooperativa Fattoria Ferla - cui fanno capo sette dipendenti - essendo anche socio della SpecialFrutta fosse una pedina di La Fata. Nulla di fatto, però, secondo il tribunale di Palermo. Perché nulla c’entrerebbe Pierino La Fata con le due società.
 
Dopo due istanze di dissequestro presentate dagli avvocati Leonardi e Rizzuti e rigettate dal giudice Saguto, ecco la terza che fa centro. Il nuovo collegio ha infatti ritenuto infondati i motivi del sequestro e restituito le due società, di fatto chiuse da tre anni. La SpecialFrutta, che era riuscita a chiudere l’ultimo anno con due milioni e mezzo di fatturato, adesso è sotto l’amministrazione giudiziaria dell’avvocato Li Greci che, per questa misura di prevenzione, si è costituito parte civile. Sintomo, quest’ultimo, che il nuovo corso dell’amministrazione giudiziaria prenderebbe le distanze da quello precedente.

Per le altre aziende del mercato ortofrutticolo coinvolte nel sequestro continuano le indagini. Per la SpecialFrutta e per la Fattoria Ferla, le aziende che sono giunte agli onori della cronaca per aver fornito la frutta ai banchetti del prefetto Francesca Cannizzo (anch’essa indagata nello stesso procedimento con Santangelo e Saguto ndr.) durante il periodo dell’amministrazione giudiziaria, invece, si scrive la parola “fine”. Se la mafia ha messo le mani sul mercato ortofrutticolo non lo ha fatto con le due aziende della famiglia Argano, estranee a Cosa Nostra così come deciso dal tribunale. 

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