I lavori per il mercato coperto a Ballarò, il Sunia: "Ferro e pannelli colorati? Un pugno nell'occhio"
Il segretario Darwish sollecita "davanti a una situazione di povertà crescente, con 3 mila famiglie che vivono in condizioni disagiate e più di 300 persone senza fissa dimora, un'offerta abitativa adeguata per chi ha un reddito basso e non può pagare un affitto"
"Bene fa l'Istituto case popolari a intervenire, come sta facendo a Ballarò, nelle borgate cittadine. Chiediamo allo Iacp interventi mirati in tutti i quartieri per restituire ai cittadini spazi di servizio alla collettività, recuperando tutte le strutture da anni abbandonate all'incuria e al degrado. E chiediamo che questo avvenga contemplando al primo posto il rispetto delle esigenze abitative e anche, perché no, che si valuti l'impatto architettonico e ambientale: la costruzione in ferro della tettoia, con pannelli colorati sul tetto che si possono apprezzare solo da un elicottero, appare come un pugno nell'occhio anche rispetto alla chiesa nella piazza. A noi sembra disarmonica e sproporzionata”. Lo dichiara il segretario del Sunia Palermo Zaher Darwish, criticando il primo degli interventi di riqualificazione in corso a Ballarò. Il progetto prevede il recupero di due immobili in via Chiappara, nel quartiere Albergheria, per la realizzazione cinque alloggi di edilizia popolare e di una struttura coperta per il mercato del pesce, già in fase di attuazione.
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"Di fronte a una situazione di povertà sempre crescente a Palermo aggravata dalla pandemia, con 3 mila famiglie che vivono in condizioni disagiate e più di 300 persone senza fissa dimora, serve un'offerta abitativa adeguata per chi ha un reddito basso e non può pagare un affitto. Chiediamo – aggiunge Darwish - di dare spazio prioritario a interventi di riqualificazione integrati nei quartieri, che mettano al primo posto le esigenze abitative delle famiglie in difficoltà e che rappresentino una sintesi tra la spesa prevista e i servizi da offrire, per evitare errori e sprechi”. Per questo, dice il Sunia, sollecitiamo un maggiore confronto con l'Iacp, "impegnato nella progettazione di interventi che hanno un alto costo comportano un forte impatto sociale e ambientale”.
"La costruzione in ferro, al mercato storico Ballarò, da questo punto di vista, e condividiamo le osservazioni fatte dall'Università, non ci sembra del tutto integrata in un contesto in cui, tra l'altro, mancano tanti servizi e sono troppe le case ancora abitate ma a rischio crollo – prosegue Darwish - La gente del posto chiede prima di ogni cosa case adeguate, servizi pubblici efficienti, e un welfare sociale che pensi a ogni aspetto della vita di vive in emergenza. La sera lo spazio addosso ai recinti del cantiere si trasforma in una discarica piena di sacchi d'immondizia. Così il degrado rimane e non basta una nuova e colorata copertura a cancellarlo. Per questo chiediamo all'Iacp una condivisione delle esigenze per realizzare interventi che rispondano ai bisogni primari delle borgate e che siano bilanciati dal punto di vista dell'incidenza dei costi e della resa. Se ci si accorge che servono modifiche ai progetti, anche in corso d'opera, riteniamo che si possono sempre apportare”.