Pronto soccorso di Villa Sofia, paziente colpisce medico con una testata e gli rompe il naso
L'episodio è avvenuto ieri sera. L'uomo avrebbe aggredito il sanitario dopo una discussione a causa della lunga attesa: è stato denunciato dalla polizia. Per riportare la calma sono intervenute le guardie giurate della Mondialpol, in servizio in ospedale. La Cisl: "Vanno potenziati vigilanza e servizi"
Un medico è stato aggredito ieri sera al pronto soccorso di Villa Sofia, riportando gravi lesioni al naso. L'episodio si è verificato attorno alle 21,40, quando un paziente, di circa 50 anni, che sarebbe arrivato in ospedale poco prima di mezzogiorno, avrebbe iniziato a protestare per l'attesa. Secondo quanto ricostruito, in una nota dell'azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, "il medico si trovava in servizio in una delle sale visita quando è stato aggredito da un gruppo di persone che, eludendo la sorveglianza, piombavano sul sanitario il quale avrebbe riportato una frattura delle ossa nasali. La dinamica è in corso di accertamento da parte degli organi competenti".
Il sanitario sarebbe stato colpito al volto con una testata. Sul posto oltre all'immediato intervento delle guardie giurate della Mondialpol, in servizio in ospedale, che dopo oltre un quarto d'ora sono riusciti a riportare la calma in corsia, è arrivata la polizia che ha denunciato il paziente cinquantenne per lesioni gravi.
Sia il presunto aggressore che il medico, dopo la colluttazione, sono stati visitati e curati. Il sanitario avrebbe avuto una prognosi di circa un mese, più lieve la diagnosi per il paziente. "L’azienda condanna con fermezza qualsiasi tipo di violenza nei confronti del personale sanitario, afferma la direzione strategica dell’azienda ospedaliera. "Non è tollerabile mai la violenza nei confronti del personale sanitario. La direzione strategica esprime solidarietà al medico aggredito e si riserva costituzione di parte civile in eventuali procedimenti che dovesse istaurare la parte offesa".
Sulla vicenda è intervenuto il sindaco, Roberto Lagalla.“Esprimo sincera solidarietà nei confronti del medico di Villa Sofia, aggredito ieri sera da un gruppo di persone. Nulla può giustificare il ricorso a così gravi atti di violenza, i responsabili andranno perseguiti. Affinché non accadano simili episodi, è necessario aumentare la vigilanza nelle aree di emergenza delle strutture ospedaliere. Ringrazio il personale sanitario per il lavoro che viene svolto quotidianamente, anche in condizione di grave difficoltà ed emergenza. Non bisogna mai dimenticare il loro impegno per la salvaguardia della salute pubblica”.
La Cisl: "Vanno potenziati vigilanza e servizi"
“E’ intollerabile il clima di tensione che si vive nei pronto soccorso della città e che spesso porta ad aggressioni, che condanniamo fortemente, nei confronti degli operatori sanitari. Siamo vicini al medico di Villa Sofia aggredito ieri sera e a tutto il personale che spesso opera in situazioni di grande difficoltà e sotto grande stress”. Ad affermarlo sono Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani, Loreto Galbo segretario generale Cisl Medici e Lorenzo Geraci segretario generale Fp Cisl Palermo Trapani.
“I responsabili vanno perseguiti perché non esiste alcuna giustificazione per questi episodi di violenza, e allo stesso tempo è necessario aumentare la vigilanza nelle aree di emergenza, dove spesso gli utenti vanno in escandescenza sfocando la loro rabbia sui dipendenti delle strutture sanitarie, e migliorare allo stesso tempo le prestazioni e i servizi in modo da renderle efficienti per ridurre le lunghe attese, ad esempio accelerando con la programmazione dei fondi del PNRR destinati alle case di comunità e ospedali di comunità che sono genericamente definite strutture di prossimità del Servizio sanitario nazionale, per snellire le code nelle aree di emergenza. Ringraziamo tutto il personale sanitario dei nosocomi cittadini per il gran lavoro che fanno ogni giorno reggendo una tensione pesantissima soprattutto da due anni con la pandemia che ha messo in ginocchio il nostro sistema sanitario” concludono La Piana, Galbo e Geraci.