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Cronaca

Medici aggrediti in corsia, Fsi-Usae: "Chiesto incontro all'assessore Razza"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Altri due casi di aggressione all'interno degli ospedali siciliani. Si sono verificati ieri a Palermo, nel pronto soccorso dell'ospedale Di Cristina e al Cervello di via Trabucco. Nel primo caso ad avere la peggio sono stati due infermieri, aggrediti dal padre di un piccolo paziente. Nel secondo caso, invece, un paziente, a causa dei tempi d'attesa considerati troppo lunghi, ha dato in escandescenza. "Nulla di nuovo - commentano dalla Fsi-Usae - . Due episodi che si sommano a quelli, numerosi, che in questi anni abbiamo denunciato". 

"Negli ultimi cinque anni, l'organizzazione sindacale Fsi-Usae Federazione sindacati autonomi indipendenti, aderente alla Confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, guidata dal segretario generale Adamo Bonazzi  ha denunciato, soltanto nei vari presìdi ospedalieri siciliani, circa 63 aggressioni, di cui 12 nel 2015, 14 nel 2016 e 15 nel 2017", spiega il segretario territoriale e coordinatore nazionale Calogero Coniglio riprendendo il testo del disegno di legge 2909 'Disposizioni per garantire la sicurezza, l’ordine pubblico e l’incolumità di cittadini ed operatori sanitari presso le strutture ospedaliere e i presidi ambulatoriali di guardia medica', presentato su iniziativa del Senatore Antonio Scavone e di altri 16 senatori che hanno attenzionato il crescente aumento del fenomeno delle aggressioni a carico del personale sanitario negli ospedali su tutto il territorio nazionale.

"Abbiamo denunciato più volte a procure, questure, prefetture, assessorato regionale della Salute e a sindaci, la mancanza di sicurezza del personale sanitario nelle strutture sanitarie siciliane - continua Coniglio - Chiediamo adesso un intervento dell'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza al quale abbiamo inviato il nostro dossier e chiesto un incontro per discutere sulle disposizioni che mirano a garantire la sicurezza, l'ordine pubblico e l'incolumità di cittadini ed operatori sanitari presso le strutture ospedaliere. Un provvedimento diventato ormai necessario e che non può essere più rimandato".
 

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