"Mazzette all'Agenzia delle Entrate", impiegato condannato a risarcire

Era stato arrestato per un giro di mazzette all'Agenzia delle Entrate, oggi la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti lo condanna al pagamento di 50 mila euro. Il protagonista della storia è Umberto Giambertone, 66 anni, finito nel 2007 al centro di un'operazione della guardia di finanza che aveva accertato un sistema volto alla cancellazione dei debiti con il fisco a seguito del pagamento di una quota pari al 30% dell'importo dovuto.

"La condotta del signor Giambertone - si legge nelle motivazioni della decisione - per la pluralità degli episodi criminosi commessi e la gravità dei fatti addebitatigli in sede penale, ha certamente determinato una minore credibilità e prestigio per la pubblica amministrazione ed una diminuzione di potenzialità della sua capacità operativa, ingenerando altresì nei cittadini la convinzione di una distorta organizzazione dei pubblici poteri". L'impiegato, arrestato nel maggio del 2007 insieme ad altri due colleghi, era riuscito a realizzare un sistema per eliminare le tasse, in cambio di una mazzetta, grazie all'accesso illegale al sistema informatico dell'anagrafe tributaria.

Stando alle informazioni raccolte dagli inquirenti, in due anni sarebbe riuscito a condonare - si legge sul Giornale di Sicilia - un milione e mezzo di euro a poco più di 150 tra commercianti ed imprenditori. Gli impiegati "infedeli", per portare a compimento il piano, si erano avvalsi della complicità di sei consulenti fiscali. L'impiegato condannato era finito sotto processo per il reato di corruzione per un atto contrario ai propri doveri d'ufficio e il 21 aprile del 2008 aveva patteggiato davanti al gup, rendendo così definitiva la pena.