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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Rifiuti e mazzette a Bellolampo, condannati due imprenditori

Il giudice ha inflitto 4 anni ciascuno per corruzione a Emanuele Gaetano Caruso e alla compagna Daniela Pisasale. Furono arrestati ad agosto con l'ex funzionario della Rap Vincenzo Bonanno: la Dia li bloccò al termine della consegna di una tangente da 5 mila euro

Furono arrestati in flagranza il 7 agosto, all'interno della discarica di Bellolampo, proprio al termine della consegna di una tangente di cinquemila euro. Adesso il gup Marco Gaeta ha condannato per corruzione due imprenditori, Emanuele Gaetano Caruso, originario di Paternò, e la compagna, Daniela Pisasale, residente a Catania. Il giudice ha inflitto quattro anni di carcere ciascuno al termine del processo che si è svolto con il rito abbreviato. Un terzo imputato, l'ex coordinatore tecnico della discarica, Vincenzo Bonanno, ha invece optato per il dibattimento.

Il gup ha accolto le richieste del procuratore aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Claudia Ferrari e Gianluca De Leo, che hanno coordinato l'inchiesta della Dia. La vicenda al centro del processo è soltanto una piccola parte di un'indagine più vasta su presunti interessi di Cosa nostra nella gestione del ciclo dei rifiuti. Anche le aziende "Realizzazioni e montaggi srl" e la "Ecoambiente srl", guidate da Pisasale, erano imputate e sono state condannate dal giudice: dovranno versare 80 mila euro ciascuna.

I tre imputati erano stati bloccati a Bellolampo l'estate scorsa e, dopo aver perquisito l'auto di Caruso, gli investigatori trovarono 13.250 euro in contanti. Durante gli interrogatori soltanto Pisasale decise di rispondere alle domande del gip Rosario Di Gioia, chiarendo che si sarebbe occupata solo di contabilità e amministrazione nelle aziende "Realizzazioni e montaggi srl" e "Ecoambiente Italia srl". Aveva anche riferito che il giorno dell'arresto, Bonanno (poi licenziato dalla Rap) e Caruso si sarebbero allontanti e che quindi lei non avrebbe saputo nulla della presunta tangente. Per l'accusa, invece, ci sarebbe stato un patto tra Bonanno e Caruso, per favorire le due ditte imputate.

La Rap non si è costituita parte civile, ma dall'ufficio legale fanno sapere che l'azienda si costituirà parte civile nello stralcio a carico di Bonanno, all'udienza fissata per l'inizio del dibattimento, il 4 ottobre davanti alla terza sezione del tribunale. Anche il Comune ha annunciato che si costituirà parte civile nella stessa occasione.

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