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Cronaca Partinico

Picchia la moglie, ma il tema della figlia lo incastra: condanna confermata in appello

Il "padre-padrone" dovrà scontare due anni e sei mesi. L'inchiesta - che ha portato al processo - è partita dalla segnalazione della preside della scuola. I fatti sono accaduti a Partinico

La figlia denunciò le violenze del padre nei confronti della madre in un tema in classe. Così un quarantenne di Partinico fu prima accusato di maltrattamenti e poi condannato in primo grado. Oggi la corte d'appello ha confermato la sentenza emessa a luglio 2017: gli ha dato due anni e sei mesi. 

L'inchiesta - che ha portato al processo - è partita dalla segnalazione della preside della scuola. Le indagini del commissariato di Partinico hanno confermato quanto denunciato sulle violenze fisiche e psicologiche dell'uomo, venditore ambulante, alla compagna e madre di tre figli. Nel tema la ragazzina scriveva: "Se c'è amore, non c'è violenza. Se penso questo è perché ci sono passata, anche se non sono stata io a subire le violenze di mio padre, ma mia madre. Nessuno può capire il suo dolore, delle mie sorelle di mio fratello e soprattutto di mia madre, nessuno! Io non perdonerò mia mio padre perché è senza cuore e ci ha fatto soffrire". Un richiesta di aiuto e ascolto recepita dai professori che contattarono la famiglia: mentre la madre tentò di ridimensionare le accuse, la nonna, che era l'unica a prendersi cura della ragazzina e dei fratelli, dopo un'iniziale difficoltà ammise le violenze. Sentita dai magistrati alla presenza degli psicologi, la studentessa confermò quanto raccontato nel tema e venne ritenuta credibile.

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