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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Politeama / Via Emerico Amari

Anziani picchiati e umiliati nella casa di riposo, resta in carcere anche la titolare

Il tribunale del riesame rigetta la richiesta di liberazione di Maria Cristina Catalano, che gestiva l'ospizio "Bell'Aurora" di via Emerico Amari. Nella struttura, secondo la Procura, i degenti sarebbero stati maltrattati per mesi. Una di loro aveva persino tentato il suicidio per sfuggire alle vessazioni

Resta in carcere Maria Cristina Catalano, la titolare di fatto della casa di riposto “Bell’Aurora” di via Emerico Amari, quella in cui – come aveva documentato la guardia di finanza – gli anziani sarebbero stati strattonati, presi a calci e pugni, ma anche insultati ed umiliati per mesi. Il tribunale del riesame ha infatti rigettato l’istanza di scarcerazione dell’indagata, difesa dall’avvocato Maurizio Piazza.

Catalano aveva confessato durante gli interrogatori di garanzia, raccontando però che non si sarebbe resa conto della gravità del suo comportamento perché in una fase di “forte stress”. Ammissioni e problemi di salute che non sono stati ritenuti sufficienti dal collegio presieduto da Antonia Pappalardo per consentirle di lasciare la cella.

Dall’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Anna Battaglia era emerso un quadro agghiacciante, fatto di terribili e ripetute sevizie. I finanzieri guidati dal colonnello Gianluca Angelini erano persino riusciti a documentare il tentativo di suicidio di un’anziana che, pur di sottrarsi alle vessazioni, aveva tentato di lanciarsi da un balcone. Adesso l’ospizio è in amministrazione giudiziaria e l’avvocato Marco Zummo è riuscito a riportare il sorriso sul volto dei degenti.

Il riesame aveva già confermato il carcere per altre indagate, Anna Monti e Antonina Di Liberto, mentre aveva concesso i domiciliari a Rosaria Florio e sottoposto solo all’obbligo di dimora a Palermo Valeria La Barbera. Il ricorso di una sesta arrestata, Vincenza Bruno, è tuttora pendente. Catalano non è accusata solo dei maltrattamenti agli anziani, ma anche di bancarotta fraudolenta, riciclaggio ed autoriciclaggio in relazione alle vicende societarie della casa di riposo. 

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