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Agricoltura / Cerda

Il maltempo manda in rovina i carciofi di Cerda e Sciara, danni al 90% delle colture

Esondato il fiume Torto. La Cia, confederazione agricoltori, ha convocato una riunione dei sindaci: "Chiederemo alla Regione lo stato di calamità"

Terreni allagati, fiumi e torrenti esondati, raccolti distrutti, frane sulle strade diventate impercorribili. È uno scenario di devastazione quello che si presenta oggi nelle campagne tra i comuni di Cerda, Sciara e Montemaggiore, area vocata alla coltura del celebre carciofo. Una zona messa già duramente provata dall’alluvione tra il 6 e l’8 novembre scorsi e che le abbondanti piogge di questi ultimi giorni hanno definitivamente messo in ginocchio.

Per questo, il direttore della Cia Sicilia Occidentale, Luca Basset, ha convocato una riunione invitando i sindaci del territorio e i dirigenti provinciali e regionali della Confederazione italiana agricoltori per discutere sulla situazione e decidere le azioni da intraprendere. "Occorre sedersi prima possibile attorno ad un tavolo e avviare degli interventi urgenti per mettere in sicurezza il territorio e riattivare la viabilità nella zona. Il 90% delle colture orticole tipiche della zona, come i carciofi, è andato perso. I danni sono diffusi, il fiume Torto è esondato nuovamente per un lungo tratto, distruggendo quel poco che era rimasto in piedi dopo l’alluvione di novembre scorso e lasciando la devastazione dietro di sé".

"In questo momento - aggiunge Basset - molte zone sono raggiungibili solo con mezzi agricoli pesanti, ci sono frane su molte strade, quelle interpoderali sono quasi tutte bloccate da fango e allagamenti. A rischio c’è anche la Provinciale 21, unica via d’accesso a Sciara lato Palermo. Chiederemo alla Regione lo stato di calamità per queste zone che puntualmente, ad ogni pioggia sopra la media, tornano a soffrire gli stessi gravi problemi irrisolti da anni"

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