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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Un disco per i rifugiati di Biagio Conte: è in arrivo MaLaCarne

E' il primo album dell'artista emergente Alfonso Moscato. Le sonorità variano dai ritmi tropicali delle periferie palermitane ai lamenti d'amore e di galera rinascimentali in siciliano antico

Un album di un artista emergente il cui ricavato si trasformerà in "pasta" e "coperte" per i fratelli della missione "Speranza e Carità". Parliamo di Alfonso Moscato e del suo nuovo lavoro, il primo come solista, MaLaCarne. A breve uscirà l'anteprima del disco formato da 10 canzoni che per il 34enne palermitano sono piuttosto “esercizi dello spirito”. Nel lavoro di Moscato si troveranno le parole, i suoni, le immagini, la proprietà di guardare nel cuore della miseria, dell'orrido, del sudicio, del mostruoso e di tutto questo insieme, da poter intravedere la luce della bellezza infinita. A tu per tu con l’artista gli abbiamo posto qualche domanda:

Da quanto tempo lavori nel mondo della musica?
"Facevo parte di un gruppo che si chiamava Cordepazze con cui abbiamo vinto il premio Fabrizio De André nel 2007, siamo stati ospiti al Premio Tenco nel 2008 suonato al Teatro Ariston a Sanremo e abbiamo vinto nel 2009 e nel 2014 il premio della Critica sala stampa Rai al festival Musicultura".

Si tratta del tuo primo album?
"Non è il mio primo album, ma è il primo che faccio da solo senza la mia band storica, in compenso sto ritrovando tanti amici del passato e del futuro, tra quelli del passato il mio coproduttore, Pietro Baiamonte della Sudway, una factory di amici che ha l'abitudine di imbarcarsi in progetti "anomali". E' un disco esoterico, un cammino di identità, un esercizio dello spirito il cui ricavato diventerà "pasta" e "coperte" per i fratelli della missione "Speranza e Carità". E’ stato scritto nel momento in cui mi sono riconosciuto ebreo seguendo le tracce nascoste del mio nome e nella mia famiglia. Bosse iperballabili dall'ultradance anni ‘60, ritmi tropicali delle periferie palermitane, lamenti d'amore e di galera rinascimentali in siciliano antico, c'è di tutto. Siamo rimasti veramente sbigottiti dalla varietà musicale dell'album.

Perché hai scelto il titolo "MaLaCarne"?
"La parola "MaLaCarne" allude (ha la stessa triade radicale M-L-C) alla parola ebraica MaLChut (il Regno), la prima Sephirah (la più bassa) della tradizione esoterica giudaica. E' la porta di un cammino identitario che mi sta cambiando parecchio (la lingua ebraica è affascinante).
La Malacarne è l'umanità perduta nell'abiezione, nel delitto, nel reato, nella contrizione, nello sfacelo, nel disastro, nel naufragio di se stessi. La mia malacarne è il tentativo di ritrovare lo splendore della fiaccola divina accesa nel cuore di ogni uomo (anche nei "peggiori"), è un disco che mi sta insegnando la tolleranza, la pace, la mitezza (io sono capricorno ascendente ariete, un carro armato è più tenero)".

Quando sarà diffuso il tuo lavoro?
"Il disco sarà disponibile a Marzo. Come tutti i dischi sarà distribuito on line su tutti i megastore e ai concerti, anche se l'obiettivo dell'opera non è commerciale, ma è quello di fare un viaggio nelle profondità cardiache di me e dei miei fratelli, e prima di ritornare (chissà se torneremo veramente) prendere dei souvenirs, almeno, e portarli in superficie".

Che progetti hai per il futuro?
"Per il futuro prossimo due anteprime del disco: una il giorno di Natale, il 25 dicembre al Palab qui a Palermo e l'altra il 28 dicembre al Mojo ad Agrigento (mia città d'origine). I miei compagni musicali in questo viaggio/concerto saranno Vincenzo Lo Franco (batteria e percussioni) e Davide Inguaggiato (basso e contrabbasso). Presto ci sarà il video clip del primo singolo".

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