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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Sfruttati, sottopagati e ignorati dallo Stato": magistrati onorari avviano lo sciopero della fame

Da anni i "precari della giustizia", pagati ad udienza, chiedono inutilmente di essere inquadrati come lavoratori dipendenti. L'iniziativa eclatante dei giudici Argiolas e Gagliardotto per vedersi riconosciuti i diritti previdenziali e assistenziali

Decine di appelli lanciati nel vuoto, giorni e giorni di astensione dalle udienze, trattative infinite - e mai risolutive - con i vari ministri della Giustizia che si sono succeduti negli anni, ma i magistrati onorari italiani non riescono ad ottenere dallo Stato il riconoscimento di ciò che sono, cioè dei lavoratori dipendenti, e a godere di tutti i diritti che questo comporta. Questa volta quindi la protesta sembra essere giunta al suo ultimo stadio, lo sciopero della fame, avviato stamattina da due giudici onorari di lunghissimo corso, Sabrina Argiolas e Vincenza Gagliardotto, al quale si aggiunge la (ennesima) astensione dalle udienze, che andrà avanti ad oltranza.

Più che un paradosso, la magistratura onoraria è addirittura un'aberrazione, visto che viceprocuratori e giudici che ogni giorno garantiscono i loro diritti a migliaia di cittadini, occupandosi di altrettanti processi, ne sono poi di fatto privati; persone che applicano la legge, ma che vengono trattate in modo illegittimo. Lavoratori pagati ad udienza, senza contributi e senza assistenza sanitaria (cosa che in questa fase di pandemia ha creato gravissime difficoltà a diversi magistrati onorari che si sono ammalati di Covid). E se è vero che il precariato colpisce ormai trasversalmente tutte le categorie, in questo caso il dato diventa ancor più inaccettabile perché il datore di lavoro è lo Stato e nello specifico il ministero della Giustizia.

Le proteste si sono susseguite negli anni e persino la Corte di Giustizia Europea, il 16 luglio scorso, ha sancito - richiamando l'Italia - che il mancato inquadramento dei magistrati onorari come lavoratori dipendenti calpesta secoli di conquiste in ambito giuslavoristico e principi costituzionali.

Stamattina Argiolas e Gagliardotto, due donne che da anni definiscono processi e scrivono sentenze "in nome del popolo italiano", hanno iniziato lo sciopero della fame, "per manifestare tutta la loro impotenza davanti ad uno Stato sordo ed insensibile verso i suoi più fedeli servitori". Davanti al nuovo palazzo di giustizia in tanti - avvocati, giornalisti, magistrati - hanno manifestato loro la propria solidarietà. Si spera ora che il Governo, di fronte a questa protesta dirompente, si decida una volta per tutte a risolvere la questione.

"L'attuale esecutivo persiste nel voler mortificare la categoria del magistrati onorari di tribunale, negando loro lo status di lavoratori subordinati, prospettando un brutale demansionamento con aggravio delle ore lavorative, una miserevole indennità ed imponendo a loro carico tutte le spese contributive, previdenziali ed assistenziali", si legge in una nota che illustra la protesta.
 

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