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L'accordo tra il politico e i boss dell'Uditore: "Se sono potente io, siete potenti voialtri!"

Le intercettazioni che hanno portato all'arresto del candidato di Forza Italia al Consiglio, Pietro Polizzi. In una riunione dello scorso 10 maggio con Agostino Sansone, già condannato per mafia e ai domiciliari per reati legati alla sua attività imprenditoriale fino a qualche giorno fa, l'indagato diceva: "Aiutami, tu lo sai che ti voglio bene..."

"Se sono potente io, siete potenti voialtri!", è questa la frase emblematica pronunciata nemmeno un mese fa, nel tardo pomeriggio dello scorso 10 maggio, da Pietro Polizzi, candidato al consiglio comunale con Forza Italia e che, a pochi giorni dal voto, è finito in carcere. L'affermazione è stata captata nell'ufficio di via Casalini dell'indagato ed era rivolta ad Agostino Sansone, già condannato per mafia ed esponente del clan dell'Uditore, e a Gaetano Manlio Porretto, che per gli inquirenti - anche se incensurato - sarebbe intraneo a Cosa nostra.

Sono due le conversazioni captate dalla squadra mobile sulle quali si basa l'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Giovanni Antoci e Dario Scaletta, che ipotizzano la grave accusa di scambio elettorale politico-mafioso, quella del 10 e del 23 maggio, ovvero il giorno in cui in città veniva commemorato il trentennale della strage di Capaci.

Al momento della prima riunione intercettata, Sansone era peraltro agli arresti domiciliari per reati legati alla sua attività imprenditoriale. "Se sono potente io, siete potenti voialtri", ripeteva Polizzi, aggiungendo: "Nel senso che ce la facciamo! Perché con mio zio Eusebio (Dalì, il vicedirettore dell'Ast, azienda al centro di un'altra inchiesta per corruzione, ndr) ho fatto un sacco di cose duoco, all'Ast, quando hai bisogno all'Ast... Il contratto... la moglie (ovvero Adelaide Mazzarino, candidata in tandem con l'indagato, ndr) è candidata di Miccichè...". Porretto chiedeva: "All'Uditore forse..." e Polizzi: "Tutta Palermo! A lei devi votare!".

Più avanti il candidato di Forza Italia rimarcava: "Hai risolto il problema della tua vita! Per questo dico che noialtri ci dobbiamo addattare duoco... Aiutami, tu lo sai che ti voglio bene! E tu lo sai che io quello che posso fare lo faccio!", facendo poi riferimento a "un cantiere", dicendo "lo facciamo!" e i Sansone storicamente lavorano proprio nell'edilizia.

Polizzi ricordava poi di aver già aiutato una parente acquisita di Sansone in passato: "Ti ricordi che ti ho detto che voleva una mano quella... la nuora di tuo fratello (Giuseppe Sansone, ndr)... eh, l'insegnante..." e Sansone: "Ah, la moglie di Roberto, Michela..." e Polizzi: "Michela, è brava questa ragazza... Le ho detto: 'Ti aiuto non ti preoccupare...', viene sempre... Io la conosco da prima che diventava tua nipote, gli ho detto: 'Non ti preoccupare!'". A quel punto Porretto concludeva: "Pietro, tutto il possibile! Tranquillo" e Polizzi: "Ciao... e grazie!", mentre Sansone diceva: "Ci sentiamo...".

Per la Procura, dagli scambi emergerebbe nitidamente il presunto accordo, "un vero e proprio progetto cirminale concreto ed effettivo". Una ricostruzione che il gip Alfredo Montalto ha ritenuto fondata, tanto da disporre l'arresto dei tre.

La replica di Eusebio Dalì

"Siamo sconvolti per la notizia che abbiamo appreso stamattina. Mai io e mia moglie avremmo potuto immaginare che potesse accadere una cosa simile. La campagna elettorale di Adelaide, dei candidati alla circoscrizione e di tutto il laboratorio politico #palermomeritadipiù va avanti, nello stesso e identico modo in cui l’abbiamo iniziata: con trasparenza". Questo scrive Dalì sul suo profilo Facebook, in replica all'arresto di Polizzi.

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