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Riina, la minaccia dietro le sbarre: Di Matteo, Corleone non dimentica

Il padrino di Corleone torna a ruggire. Il bersaglio è stato il pm palermitano. Avrebbe pronunciato queste parole nel carcere di Opera a Milano, dove è detenuto, durante una conversazione con un boss della Sacra Corona Unita

Ancora minacce. Toto Riina, 83 anni, torna a fare paura. Il bersaglio è sempre il pm di Palermo Antonino Di Matteo. Le intercettazioni rivelano la volontà del capomafia di eliminare il magistrato che indaga sulla trattativa Stato-mafia. ''Di Matteo non ce lo possiamo dimenticare. Corleone non dimentica'', ha detto Riina, che già nei scorsi giorni scorsi aveva minacciato il pm. A quanto si apprende, il Capo dei Capi di Corleone avrebbe pronunciato queste parole nel carcere di Opera a Milano, dove è detenuto, durante una conversazione con un boss della Sacra Corona Unita.

La confidenza è stata intercettata il 14 novembre scorso, all'indomani della notizia delle prime minacce a Di Matteo, grazie alle cimici piazzate dagli investigatori che intercettano il capomafia e sarebbero state trasmesse ai pm di Caltanissetta.

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E quando il boss pugliese gli ha fatto notare la possibilità di un trasferimento del magistrato del processo sulla trattativa in una località segreta, Riina gli ha risposto: ''Tanto sempre al processo deve andare...''. Il padrino di Corleone condivide con il "collega" della Sacra Corona Unita l'ora d'aria. Le conversazioni dei due capimafia - sia quella relativa alle  notizie pubblicate il 13 novembre, sia quella successiva del 14  - dovrebbero essere depositate agli atti del processo sulla trattativa Stato-mafia in corso davanti alla  corte d'assise di Palermo.

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