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Mafia Bagheria

Mafia, beni per 700 mila euro sequestrati tra Bagheria e Altavilla

I provvedimenti, effettuati dai carabinieri del Nucleo investigativo, riguardano Michelangelo Maurizio Lesto (attualmente detenuto) e gli eredi di Vincenzo Urso (morto nel 2020). Oltre all'impresa che gestiva Villa Cavaretta (già confiscata), sigilli alle quote di una società immobiliare, a un'abitazione e ad un terreno

Due nuovi sequestri di mafia tra Bagheria e Altavilla. La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, accogliendo le richieste della Procura, ha autorizzato due provvedimenti per un valore complessivo di 700 mila euro.

I sequestri, effettuati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo, riguardano Michelangelo Maurizio Lesto e gli eredi di Vincenzo Urso. Lesto, considerato vicino alla famiglia mafiosa di Bagheria; indagato nel 2013 nell'ambito dell’operazione "Argo", per il reato di scambio elettorale politico-mafioso, è stato condannato nel gennaio del 2020 a 7 anni di reclusione ed è attualmente detenuto. 

Nel 2019 era stato arrestato per il reato di intestazione fittizia e reimpiego di denaro di provenienza delittuosa, in particolare "per aver fittiziamente intestato la società Nerone group srls a Riccardo Oliveri, diventandone il socio di fatto, in virtù di un conferimento occulto di 40 mila euro di provenienza illecita, così tentando di sottrarre la società e tale somma di denaro a possibili misure di prevenzione patrimoniali". Così si legge in una nota dei carabinieri, che aggiungono: "Il provvedimento di sequestro riguarda l’impresa individuale intestata alla moglie, Cristina Impellizzeri, avente sede legale a Bagheria, con attività di discoteca e sala da ballo e intrattenimento, prevalentemente durante il periodo estivo, presso la struttura denominata Villa Cavarretta (già confiscata), nonché il relativo complesso dei beni costituiti in azienda, del valore complessivo di circa 200 mila euro".

Urso invece, morto nel dicembre 2020, era stato arrestato nel blitz Nuova Alba con l'accusa di avere fatto parte della famiglia mafiosa di Altavilla Milicia dal 2008 al 2017. Per i carabinieri avrebbe rivestito "un ruolo di spicco all’interno del sodalizio, occupandosi in particolare del settore delle mediazioni immobiliari, nell’ambito del quale acquisiva posizione di monopolio, grazie allo sfruttamento del potere mafioso, svolgendo altresì attività estorsiva ai danni di imprenditori edili, imponendo provvigioni di valore molto superiore alla media, così garantendo il controllo di Cosa nostra sulle attività di lottizzazione immobiliare".

Il provvedimento di sequestro, emesso nei confronti dei suoi eredi, ha riguardato i seguenti beni del valore di circa 500 mila euro: in particolare la quota del 50% della società Royal Immobiliare con sede ad Altavilla Milicia, un'abitazione e un terreno sempre ad Altavilla.

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